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Brigate rosse: Curcio indagato per la sparatoria alla Cascina Spiotta di Melazzo

Sentito a Roma. Indagini riaperte con l'esposto del figlio del Carabiniere d'Alfonso.

Brigate rosse: Curcio indagato a Torino per la sparatoria a Cascina Spiotta

ROMA Il nome di Renato Curcio, uno dei fondatori delle Brigate rosse, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Torino in un’inchiesta sulla sparatoria alla Cascina Spiotta di Melazzo, nell’Acquese, dove il 5 giugno 1975 in un conflitto a fuoco durante la liberazione del canellese Vittorio Vallarino Gancia, sequestrato dai brigatisti stessi, morirono la moglie, Mara Cagol, e un appuntato dei Carabinieri, Giovanni d’Alfonso. La notizia, anticipata da Il Messaggero, è stata confermata in ambienti investigativi. Curcio è stato interrogato a Roma alla presenza di un avvocato difensore.

Le indagini, svolte dai Carabinieri del Ros, sono state aperte dopo un esposto di Bruno D’Alfonso, figlio del militare ucciso. Curcio ha risposto a tutte le domande, negando il suo coinvolgimento nell’omicidio di D’Alfonso, e ha anche chiesto agli inquirenti di chiarire le circostanze della morte della moglie. Questo, secondo quanto si è appreso, è stato il suo atteggiamento nel corso dell’interrogatorio che ha sostenuto, nella veste di indagato, davanti a un Pubblico ministero della Procura di Torino e ad alcuni ufficiali dei Carabinieri del Ros.

Il caso è stato riaperto per accertare l’identità di un secondo brigatista presente sul luogo, che riuscì a fuggire. Curcio però ha anche fatto riferimento all’esito dei risultati dell’autopsia sulla donna, da cui risulta che sia stata trafitta da un proiettile sotto l’ascella: elemento che dimostrerebbe secondo Curcio come, in quel momento, si fosse già arresa e avesse le mani alzate. Gli inquirenti, sempre secondo quanto si apprende, avrebbero replicato che non trascureranno nessun aspetto della vicenda.

Ansa

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