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Presentata la digitalizzazione del fondo Fenoglio

Presentata la digitalizzazione del fondo Fenoglio
L'incontro di presentazione al palazzo Banca d'Alba.

LETTERATURA Venerdì 3 febbraio il palazzo Banca d’Alba ha ospitato la presentazione della digitalizzazione del fondo Fenoglio, progetto finanziato dall’ente e realizzato dalla Promemoria di Torino. A promuovere l’iniziativa è stato il centro studi Beppe Fenoglio con la presidente Bianca Roagna: il primo annuncio pubblico è stato il 10 giugno in occasione della Notte degli archivi al festival Archivissima.
Un lavoro monumentale che costituirà uno dei lasciti più tangibili delle celebrazioni del centenario dello scrittore. In tutto sono stati digitalizzati ventun fascicoli che contengono manoscritti e dattiloscritti originali, tra cui undici quaderni, minute, bozze, traduzioni. Duplice il fine: rendere accessibile l’enorme mole di materiale agli studiosi sulla piattaforma Archiui, a seguito di registrazione al centro studi, e preservare l’integrità dei documenti. Tra carta che tende a ingiallire e inchiostro che scolorisce, il rischio di perdere delle parti era concreto.

Come ha spiegato Corrado Trione della Promemoria, «siamo un’azienda specializzata nella digitalizzazione degli archivi. Dopo circa duecento progetti, per la prima volta, quando sono uscito dall’incontro albese, mi sono commosso. Mentre Margherita Fenoglio e Daniele Cerrato mi mettevano a disposizione i documenti di famiglia, sentivo il legame profondo con lo scrittore. Il nostro lavoro vuole essere trasparente, usiamo i guanti in lattice e cerchiamo di restituire documenti digitali il più possibile simili all’originale».

La sua collega Giulia Cannata ha mostrato il funzionamento del programma di ricerca e aggiunto: «Tutto il materiale con rilegatura è stato acquisito tramite un set fotografico, mentre per carte e bozze si è proceduto con uno scanner piano. Ogni pagina è ingrandibile e, tramite un programma di riconoscimento dei caratteri Ocr, si può effettuare la ricerca per parole».

Gli studiosi potranno così identificare correzioni, aggiunte e tagli effettuati direttamente da Fenoglio. Come ad esempio, fa notare Daniele Cerrato, «il fatto che Beppe, per evitare una battuta, scrivesse pò e non po’. Spesso, poi, lo correggeva a mano». Lo stesso Cerrato ha aggiunto: «Ricordo quando, da bambino, venivano Maria Corti e Lorenzo Mondo a studiare quanto conservato da mio padre Ugo. Il lavoro, ora, deve proseguire: nell’archivio di mio padre ho trovato i primi articoli su Beppe, risalenti al periodo tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Molti, pubblicati su giornali come La Bilancia, sono una rarità».

Al termine è stato presentato un video in cui Cerrato, Margherita Fenoglio, Tino Cornaglia e Riccardo Corino parlano di come si è arrivati alla realizzazione del progetto di digitalizzazione del fondo Fenoglio.

Davide Barile

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