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Civiltà di bottega, la nuova rubrica di Luciano Bertello debutta il 18 aprile su Gazzetta d’Alba

La nuova rubrica. Botteghe di paese: beni culturali viventi

BOTTEGHE Il modo più bello per introdurre la nuova rubrica dedicata alle botteghe di paese di Langa e Roero è di fare riferimento al banchiere bengalese Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace nel 2006 grazie alla rilevanza economica e sociale del microcredito moderno da lui teorizzato e realizzato. Una funzione che le botteghe di paese hanno svolto nelle caratteristiche forme delle vendite “a libretto”, garantendo ai compaesani credito, tolleranza e riservatezza da confessionale. A detta di tutti, senza rimetterci una lira.

La prima puntata della rubrica Civiltà di bottega scritta da Luciano Bertello è sul numero di Gazzetta d’Alba in edicola martedì 18 aprile. Si parla della storia della panetteria Coraglia di Montaldo Roero, un tempo forno di comunità. La collaborazione tra Bertello e Gazzetta ha portato alla realizzazione del volume Osterie della tradizione tra Langa, Roero, Monferrato e Tortonese (San Paolo edizioni), che Gazzetta regala ai propri abbonati nel corso del 2023.

Basterebbe questo a nobilitare e rendere degne di racconto le botteghe di paese. Ma ci sono molte altre ragioni, alcune delle quali sono state messe in evidenza dagli anni epidemici che abbiamo di recente conosciuto. Preziosa si è rivelata la caratteristica “di vicinato”. Una funzione sociale non solo in termini di approvvigionamento alimentare, ma anche di garanzia degli altrettanto indispensabili valori di relazione e di corrispondenza umana.

I tajarìn, una storia di gusto raccontata da Luciano Bertello
L’autore Luciano Bertello

Si tratta di presidi di umanità fondamentali per la vita delle comunità di paese almeno quanto la scuola e la parrocchia. Per certi versi anche di più, in ragione della loro assiduità quotidiana e del legame ai bisogni primari. Gangli vitali della rete sociale e di quella langhetta «circolarità di notizie» resa letteratura da Beppe Fenoglio. Anche confessionali laici (molte sono state posti telefonici pubblici) capaci di parole e azioni amiche e soccorrevoli. Veri e propri scrigni di saperi e, in certi casi, di sapori che aprono porte sui costumi e sulla cultura materiale locale.

La loro evoluzione storica è nei nomi: anticamente sono botteghe, forni, privative e cense, quindi dal Dopoguerra alimentari, commestibili, panetterie, macellerie e tabacchini. Ma, oggi, il termine bottega ha ritrovato l’antico fascino. Tutte sono di origine contadina e, sovente, si tratta di estensioni imprenditoriali di primigenie osterie. Data la loro natura, con gli uomini nei campi, imprescindibile si pone il ruolo delle donne: aspetto, questo, che merita una riflessione sull’importanza da queste avuto nella formazione dello spirito imprenditoriale di Langa e Roero.

Un’attenzione particolare meritano i mulini, animati da proverbiali relazioni di carattere economico e sociale. Un tempo diffusi in modo capillare, garantivano il servizio “conto terzi” all’economia contadina locale. Quelli sopravvissuti, risultano elementi indispensabili per la qualità della civiltà della tavola albese, oggi riconosciuta tra le eccellenze a livello mondiale.

Ma la civiltà di bottega di paese rappresenta anche uno dei più grandi crucci per le colline Unesco di Langa e Roero. Un cruccio che evidenzia irrisolte contraddizioni. Da un lato ci sono colline in dialogo con il mondo, costrette a interrogarsi su valori fondiari da capogiro e, retoricamente per non dire presuntuosamente, sull’eccessivo numero di turisti. Dall’altro, appena più su, si assiste allo stillicidio di chiusure di botteghe e si discute sulla desertificazione commerciale e sociale.

Ecco allora un altro obiettivo della rubrica: raccontare le storie e le bellezze di paese per sostenere che tutti e ogni singolo sforzo di politica turistica di Langa e Roero deve essere convintamente e determinatamente rivolto alle realtà periferiche rispetto alle ormai sature “Langhe d’Alba”. Questo è l’impegno principale che deve muovere lo spirito collettivo del territorio.

La panetteria Coraglia di Montaldo Roero è la bottega protagonista della rubrica del 18 aprile su Gazzetta d’Alba

Va detto che gli amministratori locali sono consapevoli del problema. E che non mancano lodevoli iniziative volte a favorire la rinascita commerciale dei paesi. Iniziative, queste, che la rubrica non tratterà, in quanto attinenti al terreno della cronaca.

Si racconteranno invece storie di famiglie come doveroso omaggio a virtuosi esempi di resilienza e di dialogo con i tempi. Un semplice grazie a persone che hanno dato molto al territorio anche in termini culturali, silenziosamente e senza mai chiedere alcunché. Nella convinzione che per la qualità della vita e del turismo albesi il loro ruolo è come quello dei pali di testata dei filari: imprescindibili punti fermi attorno a cui legare e far crescere i rapporti economici e sociali delle singole comunità. Con un sogno finale: portare la civiltà di bottega di Langa e Roero sul più prestigioso palcoscenico locale, per dedicarle le parole e gli applausi che merita e così sciogliere il debito di riconoscenza che il territorio le deve.

 

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