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Una visita alla chiesetta della Veneria, tra storia e degrado

Una visita alla chiesetta della Veneria, tra storia e degrado 2

BRA L’antica chiesa della Veneria era in origine dedicata a Sant’Antonino, poi alla Madonna della neve e oggi alla Madonna delle grazie. Della cappella si trova una notizia nel 1082 in un documento con cui la contessa Adelaide di Susa dona al monastero benedettino di San Colombano di Bobbio una cappella intitolata a Sant’Antonino, concessione che viene rinnovata nel 1153.

È la seconda chiesa più antica della città: la più antica è San Giovanni Lontano, eretta, secondo le ricerche dello storico Edoardo Mosca solo poco dopo il 1000 e prima del 1014. La chiesa della Veneria è chiusa da anni, quando a Sant’Antonino era parroco don Gigi Coello; veniva aperta qualche volta ogni anno. Nel 2019 venne stimato in 200mila euro il costo per il restauro degli affreschi, ma prima degli affreschi bisognerebbe partire dal tetto e poi tutto il resto ma nessuno ha il coraggio di mettere mano ai restauri, poiché le cifre sono proibitive, come del resto avviene nell’altra chiesa braidese bisognosa di restauri, Santa Chiara.

Il problema della chiesetta della Veneria è anche di degrado. Alcuni membri del comitato del quartiere Oltreferrovia hanno documentato come il cortiletto antistante sia invaso da rifiuti gettati, senza contare biciclette legate alla cancellata della chiesa e lasciate li. Di questa situazione era stato informato il parroco di Sant’Andrea e Sant’Antonino, custode pro tempore della chiesetta.

Una soluzione rimane lontana, la chiesetta che ha quasi mille anni di storia rischia di degradarsi, tra incuria, indifferenza e mancanza di un piano di salvataggio che vada oltre le parole.

Già dalle colonne di Gazzetta d’Alba ela tematica è stata toccata e ne riparliamo perché ieri pomeriggio, mercoledì 5 aprile, il presidente del quartiere Oltreferrovia Mario Porello, insieme all’architetto Marco Tromba, ha fatto un sopralluogo e si è fermato a fare pulizia, sia all’interno dove lo stato conservativo è ancora buono ma soprattutto davanti alla chiesa.

Una cosa è sicura: la chiesetta è recuperabile, il problema maggiore è reperire i fondi e l’uso da destinarsi. All’interno ha sette file di banchi per parte, per una capienza di 70 persone sedute, non sarebbe male un utilizzo per il Rosario per i defunti.

Lino Ferrero

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