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Crisi Egea: tutte le tappe della vicenda

Presentate due offerte per l'acquisizione di Egea: si fanno avanti Iren e il fondo Davidson Kempner mentre A2a rinuncia. La Procura di Asti conferma l'iscrizione di quattro persone tra gli indagati

Gruppo Egea: il percorso verso la sostenibilità porta alla crescita del risultato economico

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ALBA Nella vicenda di Egea, alle prese con una grave crisi finanziaria, tanto da essere pronta a cedere il 50,1 per cento delle sue quote, il 15 giugno è stato un giorno decisivo: alle 12, di fronte a un notaio albese, potrebbero aprirsi le buste con le offerte di acquisizione da parte dei soggetti che, nell’ultimo mese, hanno partecipato alla fase di due diligence, cioè l’analisi dei conti.

Sono proprio i conti dell’azienda a essere da ieri al centro della bufera, dopo il blitz di mercoledì 14 giugno della Guardia di finanza di Torino, per acquisire documenti contabili, verbali e faldoni, risalenti fino al 2017. Secondo il quotidiano online Lo Spiffero.it, il primo a lanciare la notizia, si contesterebbe ai vertici dell’azienda il reato di false comunicazioni sociali, “che spesso rappresenta l’anticamera per contestazioni assai più pesanti come il falso in bilancio”. Un vero e proprio colpo di scena, che ha aperto scenari allarmistici, a un giorno dall’arrivo delle offerte che avrebbero potuto cambiare la sorte dell’azienda.

Una delle aziende fiore all’occhiello del territorio

Mentre la politica e l’imprenditoria albese (e non solo) attendono con estrema preoccupazione ciò che accadrà nelle prossime ore, proviamo a ricostruire i fatti che nell’ultimo anno hanno riguardato Egea, una delle aziende da sempre fiore all’occhiello del tessuto locale, protagonista di una crescita che l’ha portata a spaziare nei diversi settori, dall’energia alle battaglie giudiziarie per mantenere la gestione del ciclo idrico, dal teleriscaldamento al Superbonus 110 per cento. Nel mezzo, la guerra in Ucraina, che ha determinato un aumento dei prezzi mai visto nel mercato energetico, rivelando per la prima volta la fragilità dell’azienda.

Un assetto privato-pubblico in cui il privato domina

Pierpaolo Carini, amministratore delegato di Egea.
Pierpaolo Carini, amministratore delegato di Egea.

Prima di inoltrarci in date e fatti, come è strutturata Egea? Chi sono i proprietari? La caratteristica principale del gruppo è la struttura duale, cioè privata e pubblica. Il privato ha in realtà una quota preponderante, pari al 90 per cento delle quote, di cui quasi il 56,3 per cento spettano a una sola persona: Pierpaolo Carini, amministratore delegato di Egea, figlio del fondatore dell’azienda, Emanuele, l’imprenditore che ebbe l’intuizione di investire nel mercato energetico ad Alba.

Le parti restanti, decisamente minoritarie ma comunque incisive nell’assetto generale, spettano al pubblico: il Comune di Alba detiene poco più del 5 per cento delle quote ed è l’ente pubblico con la partecipazione maggiore, oltre a essere il secondo azionista dopo Carini. Per quanto riguarda gli altri Comuni, si tratta di quote molto ridotte, pochi centesimi percentuali, ma che in totale permettono al pubblico di raggiungere l’8,2  per cento.

Crisi Egea: tutte le tappe della vicenda
La suddivisione degli azionisti Egea riportata nel bilancio consolidato 2021 della Spa

Un consiglio di sorveglianza come garanzia

Giuseppe Rossetto con Pierpaolo Carini
Giuseppe Rossetto con Pierpaolo Carini

A livello societario, la multiservizi è strutturata in questo modo: Egea spa è la capogruppo, a cui fanno riferimento 40 diverse società, di cui 26 consolidate. Sono circa 1.800 i dipendenti, con sedi in diverse regioni.  Il legame con il pubblico è garantito, secondo lo statuto, dalla presenza di un Consiglio di sorveglianza, il cui presidente viene nominato dal Comune di Alba: il compito dell’ente è approvare il bilancio di esercizio e il bilancio consolidato, oltre a nominare e revocare i componenti del consiglio di gestione e in generale vigilare sull’osservanza della legge, dello statuto e sui principi di corretta amministrazione. Ogni anno, poi, viene convocata l’assemblea di tutti i soci, chiamati a ratificare il bilancio dell’anno precedente. Il presidente del Consiglio di sorveglianza in carica, su nomina della Giunta Bo, è Giuseppe Rossetto, ex sindaco albese. Prima di lui, l’incarico è stato svolto da Olindo Cervella.

Le date e i fatti di una crisi marzo 2022: Marello sgancia una bomba

Il primo, in tempi non sospetti, a sollevare dubbi sullo stato di salute di Egea è  un altro ex sindaco albese: Maurizio Marello, ora consigliere regionale per il Pd. Come un fulmine a ciel sereno, dal nulla parla della cessione di Egea commerciale alla torinese Iren, proprio per fare fronte ad una crisi. «Per le vie di Torino si vocifera che il colosso Iren abbia preso il ramo di azienda di Egea commerciale (luce e gas), quello più redditizio, con la garanzia delle società che gestiscono i servizi ambientali (Stirano compresa)», scrive Marello. Dal canto suo, l’azienda risponde subito con una nota stringata ma perentoria:  «Egea non ha venduto alcun asset né in forma societaria né in forma di ramo d’azienda a chicchessia e, ad oggi, non sono previste riunioni degli organi deliberanti aventi all’ordine del giorno tali dismissioni».

Maurizio Marello
Maurizio Marello

Maggio 2022: le rassicurazioni di Egea

Dopo una certa attesa, ad Alba viene convocata la prima seduta della terza commissione consiliare sul tema. A intervenire sono Giuseppe Rossetto, Valter Bruno, direttore amministrazione, finanza e controllo, e Sebastiano Contegiacomo, responsabile dei rapporti istituzionali. In quel frangente, il presidente del Consiglio di sorveglianza parla di «uno dei bilanci migliori di sempre»: tra il 2020 e il 2021, viene illustrata la crescita del valore della produzione da 927 milioni di euro a 1miliardo e mezzo di euro. Venne sottolineato anche l’incremento dell’Ebitda, il reddito basato solo sulla sua gestione operativa, senza contare interessi, imposte e ammortamenti: anche questo raddoppiato, da 37milioni di euro a 65milioni. «In questo caso, il merito va soprattutto alla scommessa di Egea di puntare sull’efficientamento energetico, grazie al Bonus 110 per cento», si spiega.

Si parla anche di una ricaduta positiva sull’utile netto, passato da 6 milioni di euro a 16 milioni. Ma dall’altro lato la crisi energetica e i super prezzi hanno lasciato una serie di ombre: Rossetto si riferisce «Una certa tensione finanziaria», dovuta al fatto che Egea di fatto compra energia dai grandi produttori, con scadenze sempre più strette e problemi di liquidità. Si ipotizza l’ingresso di un partner commerciale, interessato a investire: sempre e solo con riferimento a Egea commerciale e non alla capogruppo, si rassicura, a differenza di come in seguito sono andate le cose.

Novembre 2022: il caos bollette

Archiviate per qualche mese le problematiche finanziare di Egea, l’associazione Comuneroero, dalle pagine di Gazzetta d’Alba, solleva altre questioni: nella confusione tra mercato libero e mercato tutelato, a partire dalle segnalazioni di alcuni utenti, si parla di lettere inviate dall’azienda ai clienti durante l’estate, nella quale in sostanza si prospetta il cambio unilaterale delle condizioni di fornitura: «Si portano automaticamente nel libero i clienti che erano tutelati. E, a quelli che erano già usciti dalla tutela, si comunica l’applicazione di condizioni peggiorative», dice l’associazione.

Marzo 2023: Egea svela le carte

A un anno dalle prime voci di crisi, sulle pagine economiche dei principali giornali nazionali vengono pubblicati articoli allarmistici sui maxi debiti di Egea.  L’opposizione  di Uniti per Alba chiede una riunione della terza commissione: Egea si presenta, a con toni decisamente diversi rispetto alla prima volta. Assente l’Ad Carini, mai intervenuto pubblicamente sulla questione: presente ancora una volta Rossetto, con Marco Meo, dal maggio precedente amministratore delegato di Egea commerciale. Quest’ultimo parla di «un’operazione di risanamento», a partire da un primo finanziamento da 70milioni di euro con procedura semplificata, ottenuto da un pool di banche, tra cui ci sarebbe anche Banca d’Alba. «Al contempo, abbiamo iniziato a ragionare su un’operazione straordinaria: concludere una partnership industriale con un solido soggetto del ramo energetico, produttore di energia, per consolidare il ruolo di Egea sul mercato. In questo momento, abbiamo avviato un confronto con A2a, il cui ingresso sarebbe un valore aggiunto». Tradotto: A2a è candidata a diventare azionista del gruppo e non della sola Egea commerciale Srl. «La quota dell’azionariato verrà valutata nella due diligence, ma non escludiamo la maggioranza. Come tempistiche, ci auguriamo di terminare il tutto per giugno o luglio», si disse allora.

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L’assetto del gruppo Egea illustrato nel bilancio consolidato 2021

Marzo 2023: l’esclusiva con A2a

L’azienda lombarda, una delle più floride del mercato energetico italiano, formalizza un’offerta non vincolante per entrare nel capitale sociale di Egea, per una quota pari al 50,1 per cento. La strada proposta è quella di un aumento di capitale, a fronte di un valore del gruppo stimato tra 560 e 650 milioni di euro. La trattativa viene presentata come un’esclusiva, con una durata pari al periodo della due diligence, cioè la fase di valutazione dei bilanci, dei conti e di tutti i dati  che riguardano l’operazione, iniziata nei giorni scorsi. In caso di esito positivo, l’offerta definitiva dovrebbe pervenire entro il 15 maggio.

Maggio 2023: il nulla di fatto e l’ingresso di Iren

Alla scadenza della prima fase, viene fissata una nuova data: il 12 giugno 2023.  A chiedere di prolungare per un mese l’analisi è proprio A2a, probabilmente con l’intenzione di vedere vederci più a fondo. Egea accetta la proposta, a condizione di far venire meno l’esclusiva: si apre così una procedura competitiva vera e propria, che consente  l’accesso ad altri soggetti interessanti ad acquisire la maggioranza assoluta delle quote. Torna così in gioco ufficialmente di Iren, che ha mai nascosto il suo interesse ad approdare ad Alba e che secondo molti ha continuato a muoversi sotto traccia. Dopo l’invito ufficiale a partecipare alla due diligence, Iren ha confermato anche al nostro giornale l’interesse e l’intenzione a valutare la situazione, per arrivare a formulare un’eventuale offerta.

14 giugno 2023: il controllo della Guardia di finanza

Gli accertamenti della Guardia di finanza di mercoledì 14 giugno, svolti su disposizione della Procura di Asti, hanno portato all’acquisizione di documenti contabili relativi agli anni che vanno dal 2017 al 2021.  A intervenire sono state le Fiamme gialli di Torino e sarebbero quattro le persone indagate .

Egea affida a una nota stampa una dichiarazione. «In ordine alle odierne notizie di stampa relative alla richiesta di acquisizione di documentazione da parte della Guarda di finanza di Torino, Egea Spa, in persona del presidente Pierpaolo Carini comunica di aver collaborato e pienamente soddisfatto tale richiesta nella massima trasparenza, mettendosi serenamente a disposizione per qualsivoglia ulteriore richiesta di informazioni».

Cosa accadrà oggi?

Si arriva al 15 giugno, data in cui scade il termine per presentare le offerte, dopo la due diligence che, nell’ultimo mese, ha  coinvolto Iren e A2A.  È fissata le 12, di fronte a un notaio albese, l’apertura di eventuali buste con le offerte formali da parte dei due soggetti interessati. Si parla anche di un terzo soggetto, a oggi ancora nell’ombra.

Ora tutta la questione esige il condizionale: il blitz della Finanza apre scenari inaspettati e potrebbe portare le aziende interessate a rivedere le proprie intenzioni e l’intera operazione potrebbe saltare.

Nel frattempo, l’opposizione di Uniti per Alba ha chiesto di convocare d’urgenza una commissione consiliare con Giuseppe Rossetto, presidente del Consiglio di sorveglianza dell’azienda, l’organo chiamato a vigilare sul rispetto dell’interesse pubblico.

Francesca Pinaffo

15 giugno: indagini partite da segnalazioni anonime

La procura di Asti è al lavoro sul materiale acquisito nel corso della perquisizione avvenuta ieri nella sede albese di Egea. Al momento trapelano poche indicazioni riguardo le indagini che sarebbero partite anche da segnalazioni anonime, seppure molto dettagliate, riguardo reati di false comunicazioni e falso in bilancio nel periodo che va dal 2017 al 2021. Sarebbero quattro le persone iscritte nel registro degli indagati.

15 giugno: A2a rinuncia

Dopo l’uscita di scena di A2a, che «non ha ravvisato le condizioni per presentare alcuna offerta rispetto alla possibile acquisizione di una partecipazione di maggioranza nel capitale sociale di Egea», si resta in attesa della decisione di Iren, che ha partecipato alla due diligence dell’ultimo mese: alle 16 di oggi era prevista la scadenza per presentare eventuali offerte. Si parla anche di un terzo soggetto interessato alla multiutility albese, almeno fino a ieri: un fondo americano presente con investimenti importanti in Italia.

15 giugno: La conferma della Procura, gli indagati sono quattro

Nel giorno in cui la A2a rinuncia a presentare un’offerta per l’acquisizione della maggioranza di Egea, una nota firmata dal procuratore della Repubblica di Asti, Biagio Mazzeo, conferma l’inchiesta sulla multiutility di Alba  nella quale ci sono 4 indagati, con l’ipotesi di reato di false comunicazioni sociali.

Nell’ambito dell’indagine coordinata dalla procura di Asti, ieri – spiega la nota – «i militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Torino hanno dato esecuzione a un decreto di perquisizione personale, locale, informatica, e a sequestro nella sede legale e amministrativa di Egea, holding societaria operante nei settori dell’energia e dell’ambiente».

Sempre ieri (14 giugno) è stata notificata un’informazione di garanzia nei confronti di 4 indagati per false comunicazioni sociali. La documentazione contabile e societaria acquisita, anche su supporti informatici – conclude la nota del procuratore Mazzeo – «è al momento al vaglio degli inquirenti».

Da tempo Egea soffre una crisi di liquidità e la vendita della maggioranza era considerata l’unica via di uscita per salvare la multiutility, fondata nel 1956 con il nome di Esercizio gas e affini e cresciuta nel tempo arrivando a erogare 28 tipi di servizi differenti e a raggiungere un fatturato annuo del gruppo superiore al miliardo di euro.

15 giugno: Arriva l’offerta di Iren per alcune attività di Egea

Il gruppo Iren ha formulato oggi (giovedì 15 giugno) un’offerta non vincolante, in assenza di esclusiva, per alcune attività della multiutility Egea.

L’offerta, previo completamento della due diligence – spiega Iren in una nota – prevederebbe il rafforzamento della società sotto il profilo finanziario e industriale, salvaguardando i livelli occupazionali e valorizzando anche il possibile coinvolgimento finanziario degli istituti bancari creditori della multiutility albese.

L’operazione proposta, che comporterebbe un’esposizione finanziaria contenuta per Iren sottolinea l’azienda – è stata definita in modo da permettere la piena conferma della guidance 2023 del Gruppo così come già comunicato ai mercati e nel rispetto dei target previsti dal Piano industriale al 2030.

16 giugno: Il giorno dopo il salvataggio di Egea

Come la stessa Egea ha ufficializzato nel tardo pomeriggio di ieri, 15 giugno, al termine del tempo utile per presentare le offerte da parte dei soggetti che avevano partecipato alla due diligence, sono due ad essersi fatti avanti: la torinese Iren e il fondo Davidson Kempner European Partners Llp. Si è invece ritirata la lombarda A2A, colosso dell’energia, che nelle prime fasi sembrava essere fortemente interessata ad entrare nel mercato glocal dell’azienda albese: già la richiesta di prolungamento del tempo per analizzare i conti, un mese fa, era stata interpretata come un segnale negativo.

Il blitz della Guardia di finanza negli uffici di Egea, con l’ipotesi di reato di false comunicazioni sociali e quattro indagati, sembra aver determinato il passo indietro definitivo di A2A. Rimangono pertanto in campo due soli nomi: per quanto riguarda Iren, ha mai nascosto l’interesse a entrare in Egea, anche se rimane da chiarire il tenore dell’offerta presentata, relativa “ad alcune attività della multiutility Egea”.

Quest’ultima, per la capogruppo Egea spa, era alla ricerca di un partner strategico forte, in grado di attuare un aumento di capitale, in seguito al quale acquisire il 50,1 per cento delle quote, cioè la maggioranza. A proposito del fondo Davidson Kempner European Partners LLP, di cui non si è parlato nella prima fase, si tratta di un fondo di investimenti con sede a New York, da 38 miliardi di dollari, un raggio d’azione globale e un’attività molto florida, presente sul mercato da più di 39 anni.

Che cosa accadrà ora? Come ha scritto Egea nella stessa nota di ieri, le proposte verranno vagliate dagli organi competenti, con il supporto di advisors. Il primo a essere chiamato in causa sarà il Consiglio di gestione: l’assemblea, di cui fanno parte anche i Comuni che detengono quote, dovrebbe essere interpellata solo in un secondo momento, se una delle due offerte sarà ritenuta valida.

Le reazioni: Martinetti (Movimento 5 stelle) «Ipnosi collettiva trentennale»

«Sresta stupefatti a leggere le reazioni della politica albese sull’affare Egea. La cosiddetta “ipnosi collettiva” trentennale di cui si è parlato riguarda tutti, a cominciare dall’Amministrazione comunale a trazione Pd che ha amministrato per un decennio. Giusto domandarsi dove sia oggi il primo cittadino Bo, altrettanto corretto domandarsi dove fossero i sindaci che hanno governato in precedenza», commenta Ivano Martinetti, nella serata di giovedì 15 giugno, una volta che sono state ufficializzate le due offerte e l’inchiesta della Procura.

Ivano Martinetti
Ivano Martinetti, consigliere regionale Movimento 5 stelle

«Quando Albapower veniva ceduta senza informare il Consiglio comunale, quando i cittadini raccoglievano le firme per protestare sulle tariffe sempre più care, quando il Movimento 5 stelle in solitudine denunciava il ruolo marginale del Comune in Egea. La politica “compiacente” non è solo quella odierna, attraversa gli anni, e i precedenti mandati non fanno eccezione.

Oggi raccogliamo i frutti amari di una politica che ha sbagliato probabilmente fin dall’inizio, coinvolgendo tutti gli schieramenti e le maggioranze succedutesi a governare la nostra Città. Sul futuro nutro poche speranze. Da una parte c’è un sindaco che nel 2015 dichiarava di voler vendere tutte le quote di Egea, e in cinque anni non ha toccato boccia, dall’altra un’opposizione smemorata che dimentica le proprie responsabilità e il recente passato.

Nel frattempo si profila una procedura di vendita piuttosto complessa. Arrivati a questo punto auspico che gli inquirenti facciano piena chiarezza sulla vicenda e che il caso non abbia contraccolpi su chi lavora in azienda né sui servizi erogati ai cittadini di Alba e della provincia di Cuneo».

Le reazioni: Alba in azione chiede di «salvaguardare territorio e posti di lavoro»

«Come gruppi di Alba in Azione e liberal-democratici albesi, esprimiamo soddisfazione per la presentazione delle due proposte da parte di Iren e del fondo Davidson Kempner – dichiara Giacomo Prandi, esponente locale  – ora si valuti attentamente nell’interesse del territorio e dei lavoratori quale sia l’offerta più soddisfacente».

Crisi Egea, le reazioni: Alba in azione chiede di «salvaguardare territorio e posti di lavoro»
Il gruppo di Alba in azione con Carlo Calenda

«Confidando negli organi e nelle sedi predisposte a farlo – continua Prandi – vigileremo con attenzione la vicenda negli interessi della comunità e ci asterremo da dichiarazioni di sciacallaggio politico che rifuggono dalle proprie presenti e passate responsabilità e che in un momento complesso come questo, non aiutano di certo a lavorare unitariamente negli interessi della collettività ed anzi, rischiano di far perdere al nostro territorio importanti opportunità di crescita e sviluppo».

Le reazioni: Rossetto «Positive le due offerte. Io estraneo alle indagini»

Il presidente del consiglio di sorveglianza Egea, Giuseppe Rossetto, si è espresso su quanto sta accadendo nell’azienda albese. «È positivo il fatto che siano arrivate due offerte, che ora (venerdì 16) sono al vaglio degli organi competenti, a partire dai consulenti specializzati e del consiglio di gestione: la comparazione sarà fatta lunedì 19. Il consiglio di sorveglianza è l’ultimo a controllare. Non conosco nel dettaglio i termini delle offerte: sebbene siano uscite delle notizie, vige ancora l’obbligo di riservatezza».

Egea ha presentato i numeri: fatturato a 984 milioni di euro
Da sinistra: Beppe Rossetto, presidente del Consiglio di sorveglianza, e Pierpaolo Carini, Ad del gruppo Egea

Commentando il momento delicato, Rossetto si dice «cauto, soprattutto perché ne va delle sorti dell’azienda, con risvolti sul territorio, sulle persone e sui soci pubblici e privati.  Riferiremo le ultime novità nella commissione consiliare convocata per giovedì 22: vedremo fin dove potremo spingerci per aggiornare».

Rossetto fa un accenno anche all’ispezione della Guardia di finanza: «Posso dire di essere estraneo alle indagini, almeno al momento. Sono state fatte acquisizioni che ora sono al vaglio ed Egea collabora su tutto. Non ci sono contestazioni specifiche, è giusto che siano effettuati i controlli, che riguardano i bilanci dal 2017 al 2021».

Le offerte verranno valutate lunedì 19

Lunedì 19 giugno sarà un giorno decisivo nella vicenda di Egea perché verranno comparate le due offerte presentate al notaio Marco Stra.

A quanto pare, l’offerta di Iren coinvolge in modo diretto le principali banche che detengono crediti nei confronti di Egea, tra cui Banca d’Alba: la proposta sarebbe quella di convertire i crediti in azioni, per poi ripianare la situazione debitoria in un determinato lasso di tempo. In quanto azienda del ramo energetico, la proposta conterrebbe anche al suo interno una parte industriale, per garantire il mantenimento dei servizi e dei livelli aziendali.

Nei soli termini economici, dalle voci che circolano, la proposta di Davidson Kempner sarebbe più consistente, con all’interno anche una componente industriale, dal momento che il fondo ha lanciato Thaleia, una piattaforma di infrastrutture dedicata alla transizione ecologica in Europa e soprattutto nell’area del Mediterraneo. In Italia, il fondo ha già acquisito una importante concessione per lo stoccaggio del gas in Basilicata.

Non si conosce come, all’interno delle proposte, venga regolato il rapporto tra pubblico e privato. Di certo c’è che, oltre alle quote molto limitate, dalla propria parte i Comuni hanno le concessioni dei singoli servizi affidati ad Egea, in certi casi in scadenza: una garanzia di poter, quanto meno, far sentire il proprio peso in un piano di risanamento che dovrà essere incisivo.

La valutazione delle offerte presentate

Le due offerte per l’acquisizione di quote societarie di Egea, a partire da lunedì 19 giugno, vengono passate al vaglio de consulenti specializzati e del Consiglio di gestione; inoltre i termini della vicenda saranno esposti e discussi durante la commissione comunale di giovedì 22.

Pare, da alcune indiscrezioni, che entrambe le offerte, non vincolanti e non in esclusiva, saranno prese in considerazione. A tutte e due le società, Iren e Davidson Kempner european partners Llp, saranno probabilmente chieste delle modifiche. In seguito, ci sarà tempo fino a fine giugno per decidere se accettare o meno l’una o l’altra.

Avviata la composizione negoziata per risanare l’azienda

Durante la terza Commissione consiliare di giovedì 22 giugno il presidente del Consiglio di sorveglianza Giuseppe Rossetto e Marco Meo, amministratore delegato di Egea commerciale, hanno informato riguardo l’avvio della composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa presso la Camera di commercio.

Si tratta di una procedura stragiudiziale, richiesta anche da Iren e Thaleia, che punta al risanamento di aziende in una situazione di squilibrio finanziario, così da vigilare sul corretto pagamento dei debiti e dall’altro lato proteggere il patrimonio dalle pretese di eventuali altri soggetti. La Camera di commercio nomina un esperto esterno, che affianca l’azienda in crisi nelle procedure con i creditori e con eventuali altri soggetti coinvolti. «In questa situazione è evidente che le banche faticano a erogare finanziamenti nei confronti di Egea. Ne abbiamo bisogno da mesi, senza risultati: è vero che la procedura protetta è stata richiesta da Iren e Thaleia, ma dall’altro lato era necessaria per consentirci di proseguire», ha detto Meo. La governance di Egea rimarrà quella attuale, ma con la supervisione di un esperto che garantirà tutte le parti.

Nonostante le richieste dei commissari, Meo non ha voluto quantificare l’ammontare complessivo del debito dell’azienda: «A breve, i bilanci saranno depositati dalla Camera di commercio e quindi pubblici».

La Cgil convoca i lavoratori per una assemblea

Il sindacato Filctem Cgil ha convocato l’assemblea di tutto il personale del gruppo Egea per giovedì 29 giugno. «Ribadiremo la nostra ferma volontà di difendere il patrimonio di intelligenze e di competenze rappresentato dai dipendenti e potremo confrontarci insieme alle lavoratrici e ai lavoratori in merito alle possibili azioni da intraprendere per ottenere le garanzie di tenuta occupazionale e di salvaguardia operativa. Le risposte dovranno arrivare dai vecchi e dai futuribili nuovi soci», dice  Walter Biancotto, segretario generale Filctem Cgil.

Il sindacalista aggiunge: «Ci saremmo aspettati ben altro comportamento da parte dei rappresentanti di Egea. Il re è nudo. L’azienda è dentro una crisi dai contorni poco chiari e pensa ancora di risolvere le questioni raccontando storie a lieto fine senza avere nessuna garanzia al proposito. Le comunicazioni parziali e incomplete disorientano i dipendenti e aumentano le preoccupazioni per la tenuta economica dell’azienda».

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