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L’ospedale Ferrero a Verduno è già in crisi di parcheggi

Oggi si gira parecchio, finché non si trova un posto.

L'ospedale Ferrero a Verduno è già in crisi di parcheggi

VERDUNO Ore 10 di un giorno settimanale: nel parcheggio dell’ospedale Ferrero vicino al pronto soccorso, quello che guarda verso la collina di Verduno, ci sono auto ferme con le quattro frecce in attesa di un parcheggio. Appena si libera un posto, i motori si riaccendono per tentare di occuparlo. Sempre verso la collina, nel parcheggio realizzato di recente, ci sono ancora diversi posti liberi all’ombra. Per quanto riguarda l’area di sosta che guarda al Roero, i posti sembrano tutti pieni, anche se c’è parecchio movimento e infatti, nel giro di qualche minuto, si liberano due spazi.

«Nel primo anno di apertura, l’ospedale era poco affollato e si trovava parcheggio facilmente. Oggi si gira parecchio, finché non si trova un posto. Certo, dal momento che siamo su una collina e non in città, il perimetro di ricerca è abbastanza limitato», dice un paziente che frequenta il Ferrero almeno una volta alla settimana. «Ho provato a usare la navetta, ma le corse sono troppo poco ravvicinate nelle fasce orarie che mi interessano: non riuscirei a districarmi tra il lavoro, ad Alba, e il tempo che impiegherei per raggiungere l’ospedale a Verduno».

Un punto di vista condiviso anche da molti dipendenti, a cui sono riservate le aree di parcheggio interrate, come spiega un infermiere: «In teoria, dovremmo trovare posto nelle autorimesse. Ed è così per i lavoratori del primo turno del mattino e della notte: per chi prende servizio a metà giornata, verso le 14.30 i posti riservati sono tutti occupati. Talvolta si riesce a lasciare l’auto nell’area verso Santa Vittoria: il problema esiste fin dall’apertura del nosocomio; come dipendenti lo abbiamo già sollevato diverse volte». Aggiunge un medico: «Il servizio di autobus, da Alba, non coincide con gli orari di cambio turno ed è una soluzione per nulla fruibile per gli addetti. In più, in certe fasce orarie, il pullman attraversa anche il paese di Roddi e impiega parecchio tempo: l’ideale sarebbe una navetta con orari molto ravvicinati, non più di un quarto d’ora tra una corsa e l’altra, per poter essere appetibile sia per i lavoratori che per i pazienti».

Sul tema dei bus si è discusso parecchio fin dall’apertura dell’ospedale, anche con l’intervento delle sigle sindacali, che hanno incontrato i sindaci di Alba e Bra. Al momento, per quanto riguarda Alba, il servizio fa parte della linea 8: la prima corsa dall’autostazione è alle 5.25 e arriva al Ferrero alle 5.50, mentre l’ultima parte alle 23 e arriva alle 23.25. Nei cambi orario, al mattino presto e a metà giornata, le corse sono ogni quaranta minuti. Per il resto, hanno la cadenza di un’ora, sia all’andata che al ritorno. Lo stesso schema si applica alle corse da Bra, che passano anche da Macellai di Pocapaglia e Pollenzo.

Ne abbiamo parlato con il direttore dell’Asl Cn2 Massimo Veglio: «Il problema è evidente, visto che in certi momenti i parcheggi sono molto affollati: abbiamo dovuto far rimuovere auto parcheggiate in zone in cui la sosta è vietata, come all’ingresso dei mezzi per il pronto soccorso. Attorno al Ferrero, al momento, sono presenti 1.500 parcheggi gratuiti, una cifra superiore rispetto a quelli previsti all’apertura, tanto che abbiamo realizzato due nuovi park sulla collina, ma è impensabile disboscare ancora per creare posteggi. Le persone hanno la tendenza di restare a ridosso degli ingressi, quando spesso si trovano posti liberi nei punti decentrati, a pochi passi. Inoltre, lo scarso utilizzo delle navette è un dato di fatto: è così fin dall’inizio. Come Asl, stiamo cercando di trovare soluzioni e tuttavia il problema non è semplice e non siamo gli unici soggetti coinvolti».

Giulia Parato

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