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Sanità penitenziaria: un’emergenza da affrontare con investimenti adeguati

Carenza di personale medico, psichiatrico e di educatori, inadeguatezza dei locali e un caldo opprimente

Sanità penitenziaria: un’emergenza da affrontare con investimenti adeguati

TORINO Oggi, lunedì 17 luglio, una delegazione di consiglieri regionali, appartenenti alla IV commissione che ha competenza anche sulla sanità penitenziaria ha fatto un sopralluogo al carcere Lorusso-Cotugno di Torino. Nel corso della visita i commissari sono stati informati delle carenze, ormai croniche, nell’organico e  hanno potuto verificare i passi avanti nel recupero della struttura del Sestante, che necessita però di costanti interventi di manutenzione, così come sia essenziale la messa a norma dei servizi igienici e degli accessi per i disabili ai reparti destinati al ricovero dei malati.

Sanità penitenziaria: un’emergenza da affrontare con investimenti adeguati

I commenti

  • «Non possiamo permetterci di perdere altro tempo. Nelle carceri piemontesi e in particolare al Lorusso-Cotugno i problemi legati alla sanità stanno esplodendo.  La provveditrice Rita Russo ha riproposto la sua richiesta, ad oggi inascoltata, di potersi confrontare con l’assessore alla sanità ed elaborare strategie condivise di soluzione dei problemi». Lo dichiara il vicepresidente della commissione sanità, Domenico Rossi (Pd). «Servono investimenti per superare il sottodimensionamento e il forte turnover del personale a partire dai medici e infermieri, ma anche degli psicologi che si accompagna insieme al sottodimensionamento della polizia penitenziaria; il tema deflagrante del disagio psichiatrico per cui servono al più presto investimenti seri; la necessità di migliorare la comunicazione e la collaborazione tra carcere e rete sanitaria esterna per favorire davvero il reinserimento».
  • «Carenza di personale medico, psichiatrico e di educatori, inadeguatezza dei locali e un caldo opprimente: il sopralluogo al carcere ha consentito di toccare con mano alcune delle problematiche già evidenziate durante il lavoro di indagine conoscitiva sulla sanità penitenziaria svolto negli scorsi mesi e per visitare la nuova articolazione Tutela salute mentale, che ha sostituito il Sestante», spiega Francesca Frediani, consigliere regionale Unione popolare Piemonte. «Le criticità ormai strutturali e i tragici eventi suicidari delle scorse settimane, nella sezione maschile e femminile, hanno evidenziato come sia necessario migliorare se non implementare ex novo un meccanismo di interazione e collaborazione con l’esterno, per permettere un reale ed efficace reinserimento nella società. Per molti detenuti il fine pena coincide con il rientro in una realtà che non ha in serbo nulla per il futuro e, frequentemente, con il ritorno alla solitudine o a situazioni segnate dal disagio e dalla violenza. Il tema della psichiatria andrebbe affrontato in modo radicale e, probabilmente, riorganizzando totalmente il sistema, garantendo le cure e le terapie adeguate ai detenuti, ma anche la sicurezza al personale del carcere. Purtroppo è mancato il tempo per visitare la sezione femminile, ma ci ripromettiamo di tornare al più presto per non far mancare la nostra attenzione e la nostra vicinanza anche a quella parte di popolazione detenuta meno numerosa, ma non per questo meno importante».
  • «Oggi, con la Commissione regionale sanità, abbiamo svolto un sopralluogo presso il carcere Lorusso e Cutugno per verificare le condizioni sanitarie del penitenziario e la nuova struttura che ha sostituito il Sestante, il reparto del carcere in cui erano detenute le persone in osservazione psichiatrica». sottolinea Giorgio Bertola, consigliere regionale Europa verde Piemonte. «La maggiore criticità, già evidenziata anche in Commissione, è l’ormai radicata mancanza di personale a tutti i livelli: medici, infermieri e Oss. Una carenza che, sommata a quella degli agenti penitenziari e degli educatori, fa sì che gli operatori della sanità si sentano poco tutelati e sicuri. Il turnover molto frequente, causato principalmente da un ambiente lavorativo inadeguato, non dà poi garanzia di continuità nell’erogazione dei servizi. Il lavoro degli infermieri e degli Oss è esternalizzato a cooperative che non garantiscono adeguate retribuzioni. È innegabile che la situazione sanitaria del carcere delle Vallette richieda un immediato e significativo miglioramento. Investire risorse significative nel sistema penitenziario, con un’attenzione particolare alle condizioni sanitarie, alla riabilitazione e al reinserimento sociale dei detenuti, è essenziale per una società più giusta e umana».
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