Si fa festa nella Granda per i vent’anni del centro per i servizi Società solidale

CUNEO Il centro servizi per il volontariato Società solidale di Cuneo compie vent’anni. In Italia sono 49 gli enti analoghi. Con il tempo il gruppo si è affermato come punto di riferimento per il sostegno dei volontari, guidati nella complessa burocrazia e nel passaggio al Registro unico del terzo settore. Sono sette gli sportelli, uno per ogni città principale della Granda. Ad Alba il Csv si trova in corso Europa 92, a Bra in via Magenta 35.

Per festeggiare è previsto un ricco cartellone di iniziative. L’appuntamento albese si terrà martedì 18 alle 21, nel palazzo Mostre e congressi di piazza Medford. Qui si svolgerà la Giornata del volontario, organizzata dal Comune e incentrata sul concerto degli Incantastorie. L’ingresso alla serata è gratuito ma è indispensabile l’iscrizione compilando il modulo Csv: 20 anni con le associazioni ed i volontari per una Società solidale (google.com).

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Spiega l’assessora albese Elisa Boschiazzo: «Abbiamo pensato, con il collega Emanuele Bolla, a una serata per riconoscere l’impegno dei volontari, che hanno un grande valore, spesso sopperendo alle mancanze delle istituzioni. Non sarà una conferenza, ma un momento di leggerezza offerto a tutti. Va riconosciuto anche l’impegno del Csv, che presta un servizio di notevole importanza».

d.ba.

Terzo settore: con la riforma Onlus a rischio

L’INTERVISTA Da aprile alla presidenza del Csv di Cuneo siede Massimo Maria Macagno di Mente in pace. Il suo predecessore, Mario Figoni, fondatore di Fiori sulla Luna, ora è vicepresidente. «Nella Granda sono circa novecento le associazioni di ogni tipo: seicento sono accreditate al Csv e 333 sono socie. Il numero minimo di affiliati per ognuna è sette», spiega Figoni.

Come è cambiato il volontariato in questi anni?

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Mario Figoni

«Vent’anni fa il mondo era diverso, non solo le Onlus. La riforma del terzo settore è del 2017, ma in pratica è entrata in vigore solo lo scorso novembre con il Registro unico nazionale. Il legislatore ha cercato di dare una definizione più precisa e trasparente del volontariato, ma ha creato grosse difficoltà. Ogni anno almeno una decina di associazioni ci manda il verbale di scioglimento: la piattaforma per inserire i dati è la stessa usata da Unioncamere, poco sensata e macchinosa per il terzo settore. La maggior parte dei volontari ha più di 75 anni e, ai loro tempi, ci si accordava con una stretta di mano. Anche il ricambio generazionale sta venendo meno: la nuova norma non ha previsto uno status, per i tanti che desiderano, mettere a disposizione qualche ora del proprio tempo ogni settimana, senza avere il bollino dell’associazione. A Cuneo ci stiamo attivando per venire incontro a questa esigenza».

Qual è la situazione nella provincia Granda?

«Siamo riusciti a limitare l’emorragia di enti, accompagnando le associazioni verso l’iscrizione al registro del terzo settore. Abbiamo dato con oculatezza, soprattutto nel campo della formazione: in tutta Italia siamo riconosciuti come “quelli bravi”: il 93 per cento dei corsi sono erogati dal nostro personale, di rado contrattiamo docenti esterni».

Cosa cambia per quanto riguarda i finanziamenti?

«Per legge, il sostentamento dei Csv deriva dal quindicesimo degli utili delle fondazioni di origine bancaria. In precedenza gli enti depositavano tutto in un fondo regionale, che ora è diventato nazionale: Cuneo rischia di ricevere meno di ciò che dà. Se da noi le fondazioni sono virtuose, altri esempi sono negativi».

Continuerete a offrire gli stessi servizi?

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«Verrà meno l’equazione Csv uguale bancomat. Se prima offrivamo servizi materiali, ora ci impegneremo nel fare cultura e diventare un’agenzia di servizi sul territorio, finanziando i progetti che porteranno un vantaggio a tutti».

Che rapporto ha il volontariato con la politica nel nostro Paese?

«Il volontariato in Italia fa tanta sussidiarietà, sostituendosi in molti casi allo Stato, specie quando vi sono carenze. Della politica noto una diffusa mancanza di volontà, destra o sinistra che sia: in nessun programma elettorale ho letto qualcosa di concreto a favore del terzo settore. Emblematico, per esempio, è il caso della Provincia di Cuneo: su quasi 250 Comuni, le Consulte del volontariato sono solo ad Alba, Bra e Savigliano. Nel momento delle necessità, comunque, i volontari rispondono presente, senza battere ciglio. Pur avendo quasi tutti una certa età».

Davide Barile

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