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Clima e diritti delle donne ad Alba per la conferenza dello Zonta international (Fotogallery)

Davanti alle zontiane, ospiti internazionali hanno parlato di ambiente e emancipazione femminile

Luciana Adriano, Ivana Sarotto, Parisa Pasandehpoor e Fatima Haidari ©Rossanino

ALBA Le donne, unite a livello internazionale a favore dell’emancipazione femminile con l’obiettivo di creare un mondo migliore, si muovono sotto il segno Zonta international. È così che tra venerdì 22 e domenica 24 Alba è diventata meta delle zontiane provenienti dai quattro continenti. La quindicesima conferenza promossa dal distretto 30 è stata intitolata “Women amid changes, integrating and bridging the gap between generations and cultures” (Donne tra i cambiamenti, integrare e colmare il divario tra generazioni e culture).

«È un grande onore e un privilegio ospitarvi ad Alba», esordisce Ivana Sarotto, presidente dello Zonta club di Alba Langhe e Roero, in apertura della conferenza. Cambiamento climatico, conflitti internazionali, donne e diritti sono stati i temi al centro del dibattito di apertura della tre giorni. Diletta Bellotti, Fatima Haidari, Parisa Pasandehpoor e Dario Arrigotti, presenti in sala si sono alternati con Carol Theobald in collegamento dall’Australia, Kristina Dimitrova dalla Bulgaria e Reem Abbas dal Sudan.

Sul tema del cambiamento climatico hanno portato le loro testimonianze Diletta, Carole e Kristina. «Sono arrivata a una sensibilità politica sulle questioni ambientali, ma non mi definisco né un’attivista digitale, né per il clima. Ho iniziato a occuparmi della questione per motivi di studio. Nella mia tesi di master mi sono occupata di caporalato, studiando il fenomeno dello sfruttamento in agricoltura sono giunta alla questione climatica. Oggi sono molto vicina ai movimenti ambientalisti e alle loro istanze, ma mi espongo sul tema soprattutto a livello personale», spiega Diletta Bellotti.

«Ho Instagram e ho un buon seguito, ma lo uso poco per fare divulgazione, anche se è un ottimo strumento per arrivare a tante persone», aggiunge. Grazie allo studio conosce le battaglie di uno dei primi movimenti migranti nati in Italia e guidato da Yvan Sagnet che, dopo la vicenda del 2011 a Nardò, portò alla legge contro il caporalato. «Ho capito che volevo fare la mia parte, mi sono interessata al tema, ma ne sapevo molto poco. È nata così la campagna di sensibilizzazione e informazione: Pomodori Rosso Sangue».

Successivamente l’attenzione si sposta al cambiamento climatico e alle disuguaglianze di genere. «Parlare a un pubblico femminile, come quello presente alla conferenza promossa dallo Zonta, delle battaglie importanti che interessano il clima e le donne che vivono in aree marginalizzate, credo che sia importante. C’è una stretta connessione tra cambiamento climatico e donne, sono loro che resistono nelle situazioni di cambiamento», aggiunge Bellotti. Prosegue Diletta: «Non dimentico che siamo in un mondo guidato da modelli maschilisti e patriarcali, ma è bello vedere come donne che vivono in situazioni privilegiate in un Paese occidentale ascoltino e mettano a disposizione risorse per far incontrare donne provenienti da tutto il Mondo». L’intervento chiuso con un esercizio collettivo ha aperto il dibattito sul tema.

Clima e diritti umani sono stati connessi anche nelle argomentazioni di Carole Theobald, presidente di Zonta Says Now e Kristina Dimitrova, vincitrice del concorso dedicato all’impatto dei cambiamenti climatici. I teatri di guerra sono stati presentati da Dario Arrigotti, console onorario dell’Ucraina, che ha riportato la situazione bellica dell’est Europa e Reem Abbas, ricercatrice e attivista in Sudan.

A chiudere il forum le voci di Parisa Pasandehpoor, giornalista iraniana e dell’attivista afgana Fatima Haidari che hanno regalato alle zontiane presenti un quadro complessivo della situazione dei diritti delle donne nei due paesi di origine. «I nostri Paesi sono confinanti e le nostre battaglie sono connesse», spiega Parisa. «In Iran le donne stanno lottando per i propri diritti. Dopo la morte di Mahsa Amini, le donne sono scese in piazza e sono iniziate le proteste. Hanno iniziato a bruciare il velo rivendicando libertà e diritti. Dopo un anno le proteste si sono attenuate e oggi senza paura le donne iraniane escono senza velo nonostante le minacce della polizia morale», racconta Parisa. «Lo Zonta club può amplificare la voce delle donne. L’associazione può scrivere e raccontare a nome di tutti coloro che stanno lottando per ottenere i diritti».

Da diversi anni Parisa vive e lavora in Italia, Paese dove anche Fatima, oggi studente alla Bocconi di Milano, ha trovato rifugio. Nata in Afghanistan, Fatima ha iniziato fin da piccola a sognare un mondo migliore dove i suoi diritti e quelli di tutte le donne fossero riconosciuti. Dopo aver proseguito la propria formazione in casa e aver imparato l’inglese, ha aperto un’organizzazione dedicata all’emancipazione delle donne, un asilo e un programma radio. «Sono stata costretta dai talebani a lasciare il mio Paese, sognavo di poter studiare e vivere non solo come figlia, sorella e moglie, ma come donna. Volevo avere gli stessi diritti e le stesse opportunità», spiega.

«L’Afghanistan è l’unico paese al mondo dove non ci sono diritti. Me ne sono andata ma lì ho lasciato il mio cuore. Mi sono sempre chiesta che cosa avrei potuto fare per la mia gente», conclude Fatima. Un momento di riflessione che ha permesso di aprire il dibattito sul tema dei diritti delle donne prima della cerimonia ufficiale del pomeriggio quando Cristina Leone presidente del cluster nazionale di tecnologia aereospaziale e  Angela Natale, presidente di Boeing hanno condiviso le loro esperienze professionali.

Elisa Rossanino

 

Arrivate in piazza Risorgimento le cicliste partite da Zermat

Ad accogliere le donne arrivate in bicicletta dalla Svizzera sono stati l’assessore comunale alle manifestazioni e al turismo Emanuele Bolla e il consigliere con delega allo sport Daniele Sobrero, accanto agli sbandieratori “Le Nuvole”, ai vertici dello Zonta club Alba Langhe Roero e a quelli del Distretto 30 di Zonta international.

Un arrivo simbolico per portare nella capitale delle Langhe un messaggio di forza e coraggio alle donne e alle ragazze spesso vittime di violenza e di ingiustizie.

«Grazie per aver scelto Alba per la quindicesima conferenza del Distretto», esordisce l’assessore Bolla. «Un grande benvenuto alle cicliste di Zermatt anche da parte del sindaco Carlo Bo. I temi di questo pomeriggio meritano la piazza più importante della nostra città. Il dibattito sulla difesa delle donne deve essere portato alla ribalta sempre con maggiore intensità senza mai dimenticare l’importanza e la delicatezza con cui va affrontato questo argomento. Bisogna proseguire questo percorso anche insieme all’Amministrazione. Noi proseguiremo in questo impegno».

«Alba quest’anno festeggia il decennale di Città Europea dello Sport», ha ricordato il consigliere Sobrero. «Il Comune è da sempre in prima linea nella promozione dello sport come palestra di vita capace di trasmettere valori sani e solidi principi ai nostri ragazzi. Per questo è un onore ospite queste donne che hanno deciso di percorrere 3.000 chilometri in bici contro la violenza sulle donne. Bellissima iniziativa che dimostra come lo sport può essere parte attiva nelle battaglie per la parità di genere e contro ogni tipo di sopraffazione».

Alla cerimonia di accoglienza sono anche intervenute Ivana Sarotto governatrice del Distretto 30 dell’organizzazione globale Zonta international, Luciana Adriano presidente dello Zonta club Alba Langhe Roero e Renata Vallò area director dell’area 03 del Distretto 30.

 

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