Michele Sandri, sindaco di Monteu Roero condannato a 4 anni per peculato, calunnia e simulazione

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MONTEU ROERO Condannato in primo grado a una pena di 4 anni, per peculato, calunnia e simulazione di reato, il sindaco di Monteu Roero, Michele Sandri, 49 anni, al suo terzo mandato. La sentenza è stata emessa dal giudice Giorgio Morando presso il Tribunale di Asti.

Secondo le valutazioni contenute nelle ipotesi accusatorie, il primo cittadino avrebbe rubato due pistole e 3.200 euro dalla cassaforte del Comune roerino, cercando poi di incolpare del furto una dipendente dell’ente e simulando una rapina.

Il giudice ha condannato, inoltre, a 2 anni e 8 mesi, come presunto complice, Mario Bordone, 61 anni, cantoniere del paese, che è stato assolto, però, da altri due capi di imputazione.

L’impostazione accusatoria è stata formulata dal Pm Laura Deodato. Nello specifico, i fatti risalgono a gennaio del 2020, quando il sindaco aveva chiamato il 112 dicendo di essere stato minacciato da un bandito con una pistola, costretto ad aprire la cassaforte e a consegnargli il fondo cassa del Comune, pari a 3.200 euro.

Secondo quanto avrebbe riferito Sandri, il malvivente avrebbe esploso in aria un colpo di pistola. Inoltre, i due imputati avrebbero dichiarato, durante il sopralluogo dei carabinieri, che mancavano due pistole in uso alla Polizia municipale. Sempre durante la perlustrazione dei militari, Sandri avrebbe trovato un foglietto su cui era scritto il codice del sistema di allarme nel cestino sotto il computer di una dipendente.

La ricostruzione, però, non aveva convinto i militari, a cui in seguito Sandri avrebbe detto che la dipendente frequentava pregiudicati e necessitava spesso di denaro. Secondo il Pm Deodato, sarebbe stato un modo per accusare falsamente l’impiegata (parte civile a processo con l’avvocato Alessio Invernizzi) di avere aiutato i responsabili del furto delle due pistole che, secondo quanto detto dal sindaco, sarebbe avvenuto nelle notti precedenti, e gettando appositamente nel cestino della donna quel foglietto per attribuirle la colpa; inoltre, non sono state mai ritrovate le pistole, con una delle quali Sandri avrebbe sparato un colpo in aria per simulare la rapina.

I difensori annunciano ricorso in Appello

In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, i legali difensori hanno annunciato il ricorso in Appello. L’avvocato Pier Mario Morra, che insieme al collega Massimiliano Pani difende il primo cittadino, ha dichiarato: «Il problema di questo procedimento, su cui sono state svolte articolate indagini da parte della Procura, è che quanto è descritto nel capo delle imputazioni per noi non è stato provato. Inoltre, se la stessa sentenza assolve in parte, da due capi di imputazione, il presunto concorrente del reato, allora chi faceva parte dell’anello concorsuale? Sicuramente non il sindaco. Siamo rispettosi, come sempre, di ogni sentenza, ma fiduciosi che l’appello dimostrerà l’estraneità ai fatti di Sandri, che è e resta un galantuomo».

Bordone è rappresentato dai legali Giorgio Scanavino e Morena Quadrumolo. Quest’ultima ha commentato: «Il nostro assistito è completamente estraneo ai fatti. Lo stesso giudice ne ha riconosciuto la parziale estraneità. Ricorreremo in appello per ottenere la piena assoluzione».

Manuela Zoccola

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