Fiera di Alba: pochi tartufi bianchi, è colpa delle temperature

Fiera di Alba: pochi tartufi, è colpa del caldo
Stelvio Casetta © Marcato

LA STAGIONE Come riferito da Antonio Degiacomi, presidente del Centro nazionale studi del tartufo, nel cortile della Maddalena «a seconda della pezzatura, si incontrano prezzi dai trecento ai seicento euro l’etto. La produzione continua a essere abbastanza limitata, ma gli esemplari in vendita sono di buona qualità. Anche perché, essendoci i giudici pronti a valutare ogni tartufo, quelli con difetti e problemi sono scartati. Noto comunque dei buoni profumi, che più avanti dovrebbero evolversi in maniera ancora più positiva».

Tartufo bianco: nel 2022 ha perso l’80 per cento delle produzioni
Carlo Marenda

Aggiunge Carlo Marenda di Save the truffle: «L’inizio della stagione del tartufo bianco si è rivelata difficile a causa delle temperature tra i 25 e i 28 gradi, comuni in tutto il Piemonte. Colpisce il dato sulle minime notturne sempre alte, intorno ai 15-16 gradi. Attualmente si trovano pochi esemplari, con assenza di profumo e di qualità non eccelsa: si conservano per pochi giorni. Se le piogge e il freddo daranno il loro contributo, potremo assistere a un netto miglioramento dal 10 novembre in avanti, con la speranza che la stagione si protragga oltre la metà di gennaio».

Per Stelvio Casetta, trifolao di Montà, «i problemi ci sono anche per chi compra. Le scorse settimane, a chi acquistava i tartufi, davo del ghiaccio da mettere nella borsa. Altrimenti, dopo aver girato il giorno intero, c’era il rischio di arrivare a casa con un prodotto già deperito. Credo comunque che ci sia ancora poca richiesta: se al sabato si vedono prezzi fino a 470 euro l’ettogrammo, alla domenica scendono a 400-380 euro».

Per Andrea Rossano, storico commerciante di tartufi e ideatore della Fiera di Vezza, «l’annata è meno peggio di cosa si potesse pensare, ma la qualità dei tartufi resta bassa. Il problema, lo ripeto da anni, riguarda l’inizio della stagione di raccolta e della Fiera di Alba. A parte le belle parole, manca la volontà politica di spostare la data in avanti. Inutile tagliare il nastro quando fuori ci sono trenta gradi: i tartufi, nel caso se ne trovino, sono pessimi. Proporrei di farla iniziare almeno dopo la metà di ottobre, sarebbe onesto anche nei confronti dei turisti».

Fiera di Alba: pochi tartufi, è colpa del caldo 2

Sui motivi che stanno dietro il mancato spostamento, Rossano preferisce soprassedere: «Sarebbe inutile, dico solo che, su pressione di qualcuno, si vuole incassare il più possibile prima del Natale e del freddo invernale. Con il caldo, probabilmente, arriva più gente. La Fiera ideale andrebbe da dicembre in avanti: lo scorso anno, la prima buttata buona arrivò il giorno della chiusura. E non ha senso concludere la stagione di ricerca a fine gennaio, quando la qualità delle trifole è eccellente: anche quella scadenza andrebbe allungata». Sui prezzi attuali Rossano è chiaro: «È un furto legalizzato, i tartufi, ora, vista la qualità valgono molto meno. A gennaio, quando sono dieci volte più buoni, costano meno della metà. Già fra una decina di giorni, comunque, il prodotto migliorerà».

Tra le persone incontrate al Mercato, soprattutto tra chi proviene dalle nostre parti, prevale una distaccata curiosità: «Ormai lo riteniamo inavvicinabile e ce ne siamo fatti una ragione», dice Marco, sessantenne albese. «Mi piace vedere tutto ciò che sta attorno, ma neanche mi sfiora l’idea di comprare un tartufo», gli fa eco Graziella, mamma quarantenne. Luigi, invece, è bresciano ed è in Langa con gli amici: «Siamo arrivati qua per mangiare tartufo e portarne un po’ a casa. Pazienza per i prezzi, ogni tanto si può fare». Da oltreoceano, una coppia statunitense dice: «Lo stiamo assaggiando nei ristoranti, è bello capire il rito della cerca. In seguito ci sposteremo a Firenze e Roma: comprarlo e portarlo in giro sarebbe impossibile».

Davide Barile

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