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Nicola Lilin all’artistico di Alba: «L’arte è amore e curiosità» (VIDEO)

Nato in Transnistria nel 1980, all’epoca sotto l’Urss, è scrittore di romanzi, tra i quali spicca Educazione siberiana (Einaudi)

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© Marcato

ALBA Amore e curiosità sono gli ingredienti per fare arte, se si è consapevoli di quanto essa sia momentanea e instabile, perciò preziosa. Con queste parole Nicolai Verjbitkii, in arte Nicolai Lilin, ieri (venerdì 3 novembre) ha parlato agli studenti del liceo artistico Pinot Gallizio – in cui studia anche sua figlia – per la lezione “L’arte della scrittura”, in cui erano presenti anche alcuni ragazzi del liceo classico Govone.

Nato in Transnistria nel 1980, all’epoca sotto l’Urss, è scrittore di romanzi, tra i quali spicca Educazione siberiana (Einaudi) trasposto al cinema da Gabriele Salvatores, oltre che tatuatore e artista che sa unire la cultura siberiana all’iconografia ortodossa. Tutto è partito proprio dai tatuaggi, grazie alla figura di “nonno Nebbia” che nel quartiere malfamato e pieno di criminali in cui viveva gli ha insegnato l’etica e la simbologia dietro all’antica tradizione.

© Marcato

In quella realtà dura e povera Lilin si avvicina anche ai classici, scoprendo i grandi autori russi: è da Dostoevskij che impara che «un vero scrittore tinge la penna nel suo sangue». Un insegnamento che ha cercato di trasporre nelle sue opere, tutte scritte in italiano, dato nel 2004 si è trasferito a Cavallerleone, poi nel 2010 a Milano.

Lilin, com’è nata la sua passione letteraria?

«Sono figlio della letteratura russa, i bambini da noi imparano a leggere e scrivere molto prima di andare a scuola: ho iniziato a quattro anni, con i nostri grandi scrittori per bambini come Marshak e Nosov. Non è una passione, è proprio un modo di relazionarsi con il mondo tipico per i russi. Noi narriamo noi stessi, il mondo circostante e amiamo ancora scrivere lunghe lettere: fa parte della nostra cultura».

Nei suoi romanzi c’è la figura di un medico ad avvicinarla alla scrittura…

«Io devo molto agli anziani e all’aver passato tanto tempo con loro nella mia comunità. Il mio carissimo amico che io chiamavo “nonno medico” aveva una grande biblioteca e mi ha insegnato a leggere Dante in italiano. Sapeva farlo perché era uscito dal liceo classico e conosceva diverse lingue, tra cui latino, italiano e tedesco, oltre a essere appassionato di Opera. Perciò è lui che mi ha avvicinato all’ascolto della musica classica e alla lettura di Dante in originale: è stato un grandissimo uomo».

 

Nicola Lilin all'artistico di Alba: «L'arte è amore e curiosità» (VIDEO) 1
© Marcato

Il tatuaggio è un linguaggio diverso o è complementare alla scrittura?

«Nella mia arte sono due correnti che spesso si incontrano e ne diventano quasi una unica. Nei miei libri amo mettere i disegni, anche in Educazione siberiana l’ho fatto, per quanto Einaudi sia una casa editrice molto rigida per queste cose».

Come sta vivendo il conflitto in Ucraina?

«Noi russi, ucraini, bielorussi, moldavi e in generale tutte le persone che sono uscite dall’ex Unione sovietica, siamo sconvolti perché è una guerra in famiglia: non possiamo vedere gli ucraini come i nemici o la Russia come tale. Per noi tutto fa parte di un grande mondo nel quale siamo cresciuti. E quindi è una cosa dolorosa che speriamo finisca presto».

Sui suoi canali cerca di togliere alcuni filtri che il mondo occidentale sta dando nell’informazione, perché?

Con tutto il rispetto per chi fa questo mestiere, ho lavorato come giornalista con diversi contratti (Mediaset, Rai, Espresso, Repubblica) finché potevo dire quello che va detto. Il problema è che ultimamente ci troviamo in una bolla di narrativa, che non è giusto chiamare propaganda, che limita certe informazioni che dovrebbero essere approfondite. Quindi sui miei social cerco di portare quei contenuti che rimangono censurati o non appaiono proprio. È importante perché ognuno di noi deve costruire la propria opinione, ma avendo tutte le informazioni possibili».

Lorenzo Germano

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