L’omaggio del tartufo nei cent’anni di Roberto Ponzio

La consegna si unirà alle molte già attestate nel museo di via Vittorio Emanuele nella galleria dei ricordi del museo

L’omaggio del tartufo nei cent'anni di Roberto Ponzio

ALBA Nel centenario della nascita di Roberto Ponzio (1923-2008), tornano centrali le frasi che campeggiano sul frontespizio del Museo del tartufo bianco d’Alba, in quella che fu la casa del commendatore in via Maestra: «No alberi no tartufi» e «Il tartufo è Alba».

E per iniziativa della famiglia, riprende vita la consuetudine che era del re dei tartufi di Alba di donare a un personaggio di caratura internazionale un bell’esemplare albese di tuber magnatum Pico.

Nel museo questi doni internazionali sono «documentati: ci sono i ringraziamenti di Giovanni Gronchi, della regina Elisabetta II, del re Baldovino del Belgio, di Aldo Moro, De Gaulle e tanti altri: all’epoca non c’era la televisione e questi regali servivano a dare visibilità» al tartufo, ricorda il figlio Roberto Ponzio.

È morta Elisabetta II regina d'Inghilterra. Alba le consegnò il tartufo dell'anno nel 1959 2
I ringraziamenti della regina inglese Elisabetta II

Nel 1962 il dono di un bianco d’Alba servì a suggellare i rapporti transatlantici. E fu duplice: un esemplare a Jacqueline Kennedy, un secondo a John Snider, sindaco di Medford, che aveva inaugurato con il suo collega di Alba Osvaldo Cagnasso i collegamenti telefonici via satellite. La serie di omaggi s’interruppe nel 1968.

Ma alla fine di novembre rivivrà, coniugando la promozione della trifola all’impegno ambientale con la consegna di un «tartufo significativo per peso e qualità» a un personaggio scelto «in base alla sua sensibilità, interesse, azioni e opere in campo ambientale».

Un’attenzione un tempo desueta e ora di grande attualità, in senso generale e per la salvaguardia del tartufo in particolare.

«Mio padre, cinquant’anni fa, stigmatizzava il disboscamento e l’incontrollato utilizzo in agricoltura di pesticidi e diserbanti. Solo ora si riconosce la lungimiranza di questa ferma presa di posizione».

Roberto Ponzio figlio

Per Roberto Ponzio figlio, che riconosceva al tartufo raccolto nell’albese particolari caratteristiche di pregio, Alba doveva diventare un luogo di produzione tartuficola e non un centro di raccolta di un prodotto di ignota provenienza.

In linea con la filosofia del padre, «il tartufo omaggiato sarà rigorosamente un tartufo del nostro territorio. In questo senso ho già allertato alcuni raccoglitori di tenersi pronti per la fine di novembre quando sarà svelato anche il nome del fortunato destinatario», conclude Ponzio figlio.

La consegna si unirà alle molte già attestate nel museo di via Vittorio Emanuele che nella galleria dei ricordi conserva «un’ampia e tangibile documentazione».

Elisa Rossanino

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