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Strapazzami di baci (di dama) a San Valentino

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SAN VALENTINO «Il sapore di un bacio ti mette i brividi: ti lasci andare e chiudi gli occhi. Poi ti dimentichi del resto», cantava Raf nel 1988. Difficilmente un bacio si dimentica. Ti arriva dritto al cuore, ti colpisce e ti mette i brividi. Ok, forse Raf non faceva proprio riferimento ai baci di cioccolato. Ma poco importa! A ognuno, i baci che desidera! Sotto sotto, la tentazione potrebbe essere ancora più forte: d’altronde, chi può resistere a questi piccoli scrigni di dolcezza?

Due semisfere unite da uno strato di cioccolato fondente. Le protagoniste? Le mandorle o, in alcuni casi, le nocciole, che caratterizzano il sapore dell’impasto. E il burro, ovviamente. I baci di dama, nascono in provincia di Alessandria, più precisamente a Tortona. Secondo la leggenda l’invenzione si deve ai cuochi di casa Savoia che, su richiesta di Vittorio Emanuele II, realizzarono questi piccoli dolci perché il Re potesse offrirli in dono alla sua amata.

Le due semisfere, ricordano quindi le labbra della donna pronta a dare un bacio. Nella versione originale venivano utilizzate solo le nocciole, tritate finemente, mescolate con burro, zucchero e farina, fino a formare un panetto compatto. Le piccole pepite di impasto, venivano poi cotte in forno e unite in un bacio da uno strato di cioccolato fondente solo dopo essersi raffreddate.

Le nocciole vennero poi negli anni sostituite dalle mandorle, grazie all’idea del cavaliere Stefano Vercesi che, nel 1810 brevettò i baci dorati, ancora oggi venduti nella tradizionale scatola di latta in stile liberty nella pasticciera di Tortona. L’aggiunta di cacao e il prezioso involucro dorato li rendono perfetti come regalo o come conclusione per una cena romantica. Dopo essere stati brevettati sono diventati una delle eccellenze del territorio tortonese. Presentati alla fiera internazionale di Milano nel 1906, riuscirono ad aggiudicarsi la medaglia d’oro, massimo riconoscimento di pasticciera dell’epoca.

Sempre di cioccolato e nocciole si tratta, ma in una forma leggermente diversa. Sono i baci di Cherasco, realizzati con cioccolato fondente e nocciola Igp delle Langhe. Queste, tostate e frantumate grossolanamente, vengono mescolate con cioccolato fondente di alta qualità con il 65% di massa di cacao. Una ricetta semplice, rimasta invariata dal 1881, anno della sua invenzione.

Infine, i baci di Alassio, un simbolo della Riviera Ligure di Ponente. Inventati e brevettati da Rinaldo Balzola nel 1919. Il pasticciere decise di realizzare questi piccoli dolcetti per offrire un souvenir gastronomico ai turisti che, all’epoca, passeggiavano sul lungomare. Negli anni Cinquanta il bacio di Alassio diventò il protagonista assoluto della città.

Anche in questo caso, gli ingredienti sono semplici: il cacao, presente anche nell’impasto, le nocciole e la morbida ganache al cioccolato che unisce i due biscotti. Chi lo sa, forse questo dolce potrebbe aver contribuito alla nomea del suo paese di origine come Città degli innamorati.

Strapazzami di baci (di dama) a San Valentino
Baci di Alassio. Foto di ashoppio / Wikipedia

Chiara Nervo

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