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Su Al jazeera un lungo reportage sullo sfruttamento dei lavoratori stranieri nelle vigne delle Langhe

Vendemmia
Foto di repertorio

ALBA «Una delle prime parole che Sajo ha imparato nelle Langhe, terra del vino nel Nord Italia, è stata “Anduma!”. In Piemontese, il dialetto parlato in Piemonte, significa “Andiamo!”. Sajo, trentaseienne originario del Gambia, la sentiva ripetere costantemente mentre lavorava su turni di 12 ore nei vigneti, con la pioggia o con il sole, fine settimana compresi, per uno stipendio da 3 euro (3,27 dollari) a 4 euro (4,36 dollari) all’ora». Inizia così la lunga inchiesta in inglese pubblicata nei giorni scorsi su Al Jazeera, testata collegata alla nota emittente televisiva internazionale con sede in Qatar.

Guarda l’articolo completo https://www.aljazeera.com/features/2024/3/19/migrant-workers-exploited-abused-in-italys-prized-fine-wine-vineyards

Al centro, la condizione dei lavoratori stranieri nelle vigne delle Langhe, con riferimenti anche alla zona del Prosecco. Tra forme di caporalato e lavoro grigio, si parla della realtà di «lavoratori senza documenti, che guadagnano poco più di 50 dollari al giorno nel lussureggiante Nord Italia, e che raccontano di aver subito razzismo e di dover fare i conti con condizioni disumane».

L’autrice è Ottavia Spaggiari, giornalista italiana di base a New York, specializzata in inchieste internazionali. I suoi articoli sono apparsi, tra gli altri, su New Yorker, Guardian e Slate. Il suo lavoro ha ottenuto molti riconoscimenti, tra cui la candidatura al prestigioso European press prize nel 2021 per un’ inchiesta narrativa sull’impunità dei trafficanti di esseri umani in Italia.

Nel 2023, si è aggiudicata l’Amnesty international media award, per un lungo articolo sulla repressione delle protese in Bielorussia contro il regime di Lukashenko. Il suo sguardo, sulle colline Unesco, tocca i vari aspetti della questione, dalla voce dei lavoratori sfruttati alle associazioni di categoria e a quelle del mondo vitivinicolo.

Si parla non solo delle condizioni di lavoro dei braccianti all’interno del  sistema delle cooperative senza terra – capillari sulle colline Unesco, tanto da ridurre al minimo l’assunzione diretta da parte delle aziende – ma anche della loro vita ai margini della società, basti pensare a chi ha vissuto in baracche lungo il Tanaro. Sono temi che Gazzetta d’Alba affronta e denuncia da anni, seguendo l’evoluzione del fenomeno. Tra le persone intervistate e citate da Spaggiari, anche la giornalista di Gazzetta Francesca Pinaffo.

 

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