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Egea: manca il via libera di banche e Fisco

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ALBA Il 20 giugno: è la data tassativa entro cui dovrà chiudersi la procedura di composizione negoziata della crisi, avviata un anno fa per cercare di salvare Egea. Se tutto andrà come previsto, l’impresa continuerà a esistere, per quanto in una versione diversa.

Se, al contrario, l’accordo di ristrutturazione non reggerà, l’unica prospettiva sarà il fallimento. A decidere, sarà il giudice incaricato, che dovrà assicurare che l’azienda albese possa continuare a operare. Le prossime settimane saranno decisive. È quanto emerso dalla terza Commissione consiliare di giovedì 4 aprile. Rispetto alla seduta dello scorso mese, che aveva portato alla luce un quadro spiazzante – con quasi 800 milioni di debiti e una serie di magagne mai emerse –, diversi pezzi del puzzle sono stati ricomposti, sebbene permangano incertezze. Per la chiusura definitiva dell’operazione, in gergo il closing, Iren ha previsto una serie di condizioni sospensive, in primis la firma degli accordi di ristrutturazione da parte dei creditori.

Per Giovanni Valotti, entrato nel Consiglio di gestione di Egea per cercare di portare a termine il salvataggio, «gli ultimi giorni sono stati una via crucis, per cercare di ricomporre tutti i pezzi». Sul fronte dei creditori, è stato raggiunto il quorum di adesione richiesto dalla legge – il 60 per cento dell’ammontare dei crediti – per quasi tutte le categorie. Tranne due: la prima è quella delle 32 banche coinvolte, per le quali la scadenza è fissata per questa sera, 10 aprile, allo scoccare della mezzanotte. La seconda è quella del Fisco, che vanta nei confronti di Egea crediti derivanti soprattutto dal mancato pagamento di imposte e accise. «Abbiamo inviato, quindici giorni fa, l’istanza ufficiale con la proposta: l’Erario ha 90 giorni per formulare la risposta».

Ha detto Massimo Feira, altro esperto coinvolto nel salvataggio: «La sede e la ragione sociale della nuova società dovranno rimanere ad Alba per almeno cinque anni. Verranno mantenuti i livelli occupazionali e gli scatti di anzianità. Tra le altre voci, Iren si è assunto anche l’impegno a mantenere tutte le società di Egea».

Sono stati chiariti inoltre alcuni aspetti relativi al Superbonus 110 per cento, gestito tramite Egea Pt, una delle società più indebitate, con condomini bloccati e fornitori in attesa di essere retribuiti: «Stiamo cercando, con Iren, di riattivare i meccanismi di cessione del credito. Abbiamo circa 25 milioni di euro di crediti fiscali a cassetto, che diventeranno 75 da qui al mese di luglio, con la conclusione dei primi cantieri».

Era presente in Commissione anche Giuseppe Rossetto, presidente del Consiglio di sorveglianza, che si è limitato a esprimere una maggiore positività nei confronti dell’esito dell’operazione. Il consigliere Fabio Tripaldi ha commentato: «Lo Stato rinuncerà a 240 milioni di euro, che avrebbero potuto essere investiti. Ci troviamo di fronte a una grande evasione legalizzata, a discapito dei cittadini».

Francesca Pinaffo

Iren vuole il passaggio del ciclo idrico a Cogesi? Se lo stanno chiedendo in molti

Nella nota diffusa da Iren per ufficializzare la firma dell’accordo d’investimento, l’eventuale aumento di capitale dal 2025 «sarebbe funzionale a ulteriori investimenti, in via prioritaria nel teleriscaldamento e nel ciclo idrico integrato». Una frase che ha sollevato non pochi dubbi in merito alla volontà di completare il travagliato passaggio a Cogesi, il consorzio voluto fin dal 2018 per la gestione pubblica provinciale dell’acqua nella Granda. Sul tema è intervenuta anche l’associazione Comuneroero: «Egea e larga parte dei sindaci della nostra area hanno bloccato per 5 anni il processo di pubblicizzazione, generando costi aggiuntivi alla comunità e perdite di finanziamenti pubblici. A questo punto, sorge una domanda fondamentale: Iren accetterà di farsi da parte e lasciare che si completi il passaggio a Cogesi? Le affermazioni recenti, su questo punto, ci preoccupano molto».

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Iren, tra l’altro – per compensarli in parte della perdita delle loro azioni – ha avanzato ai Comuni la proposta di entrare, per un massimo del 20 per cento, in Egea acque, la società che gestisce il ciclo idrico. Il tema è emerso anche in Commissione, perché alla società spettano 60 milioni di euro di valore residuo da parte di Cogesi, se si completerà il passaggio di gestione. Pare che, a livello provinciale, sia già iniziato il confronto con Iren. Ha assicurato Giovanni Valotti in Commissione: «L’azienda si è messa a disposizione del pubblico e sarà certamente un interlocutore disponibile».

f.p.

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