SETTORE VITIVINICOLO In provincia di Cuneo viene introdotto un nuovo strumento per contrastare il caporalato e tutte le forme di sfruttamento lavorativo. Confcooperative Piemonte Sud, Confindustria Cuneo, con il particolare coinvolgimento della sua Sezione Vini e Liquori (oltre 50 aziende associate, per più di 1.600 addetti), e Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, durante un confronto a cui ha partecipato la Camera di Commercio di Cuneo, hanno definito un vademecum per il lavoro sostenibile nel settore vitivinicolo.
L’obiettivo è fornire una visione completa del perimetro normativo all’interno del quale devono muoversi imprese e cooperative nel momento in cui appaltano all’esterno le loro lavorazioni. Tutto questo mettendo al centro la tutela dei lavoratori sotto ogni punto di vista e la valorizzazione delle imprese che si impegnano per la sostenibilità del lavoro in vigna.
Il prontuario, nello specifico, è costituito da tre parti: la prima, curata da Confcooperative Piemonte Sud, è un insieme di linee guida pensate in particolare per il mondo cooperativo; la seconda, che è stata redatta da Confindustria Cuneo, fornisce alle aziende i riferimenti normativi per quanto riguarda la gestione del contratto d’appalto nelle attività vitivinicole; la terza è rappresentata da due allegati tecnico-operativi: una bozza di contratto standard, validata dagli estensori del vademecum, e un documento relativo agli adempimenti in materia di sicurezza e medicina del lavoro.
«La definizione del documento condiviso è la prima di una serie di iniziative operative che verranno promosse su questo tema da qui ai prossimi mesi – ha dichiarato Mario Sacco, presidente di Confcooperative Piemonte Sud -. L’obiettivo è fornire alle imprese e alle società cooperative del comparto vitivinicolo ulteriori strumenti capaci di dare risposte efficaci per quanto riguarda sicurezza, tutela, accoglienza e trasporto dei lavoratori, le questioni contrattuali e l’interpretazione del quadro normativo».
«Quello del caporalato – ha aggiunto Paola Lanzavecchia, presidente della Sezione Vini e Liquori di Confindustria Cuneo – è un tema che riguarda prima di tutto la dignità dei lavoratori e che, di riflesso, incide negativamente sulle tante imprese che agiscono ogni giorno nel totale rispetto delle regole e dei diritti delle persone. Il vademecum impegna Confcooperative, Confindustria e Consorzio di Tutela a rispettare una serie di linee guida: un aspetto che dà a chi si rivolge a noi la garanzia circa il nostro impegno a operare nel pieno rispetto delle norme, al fine di dare vita a una filiera vitivinicola totalmente sostenibile dal punto di vista lavorativo e sociale».
«Questo lavoro prende avvio da una consapevolezza ormai diffusa trasversalmente: la qualità delle produzioni e dei servizi cuneesi può mantenersi su livelli di eccellenza solo se vengono pienamente garantite le condizioni di legalità e accoglienza indispensabili. Questo vademecum va proprio in questa direzione, tutelando i lavoratori sotto ogni punto di vista e valorizzando le imprese che operano con responsabilità per la sostenibilità del lavoro in vigna», ha concluso Sergio Germano, presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani.
Il vademecum è stato sviluppato nell’ambito del perimetro fissato dal protocollo d’intesa siglato la scorsa primavera presso la Prefettura di Cuneo per promuovere il lavoro regolare e contrastare lo sfruttamento nell’Albese e dal tavolo di monitoraggio che ha istituito di recente la Regione Piemonte. Ora è stato condiviso con tutti gli associati dei soggetti promotori.
Nelle prossime settimane, verranno promosse altre iniziative, anche in sinergia con la Camera di Commercio, a partire da una serie di corsi formativi (un webinar tecnico sarà organizzato da Confindustria Cuneo in autunno), e saranno sviluppati progetti condivisi con tutte le rappresentanze datoriali e sindacali coinvolte, legati alla valorizzazione del capitale umano e alla promozione del lavoro buono. Uno specifico focus sarà anche dedicato, ad esempio, alla necessità di domiciliare presso sistemazioni abitative adeguate i lavoratori che non risiedono sul territorio.