LA STORIA Giuseppe Braida, l’uomo che non ebbe timore di fare il cioccolato nella città della Ferrero, racconta a 82 anni la sua impresa in un bel volume edito da Gribaudo, che sarà presentato per la prima volta a Cuneo il 13 settembre alle 17, in via Bersezio 9, sede di Confindustria. Poi, il libro viaggerà attraverso alcune città, approdando ad Alba entro dicembre.
Anna e il cioccolato – L’avventurosa storia del creatore della Nutkao rivela, spingendo a leggere d’un fiato le sue 375 pagine, la storia di vita, impegno e passione di Braida, iniziata nel 1942 in alta Langa, a Mombarcaro. Ultimo di undici figli di una famiglia contadina, che gli trasmette i valori della sua terra – il lavoro, l’onestà, gli affetti –, il giovane riceve un’educazione solida grazie ai Salesiani, presso i quali frequenta la scuola nella prima parte della sua esistenza, quando il destino pare condurlo al sacerdozio. Appena adolescente, Giuseppe comprende di voler percorrere altre strade, alle quali inizia a dedicarsi con identica serietà.
Ed è così che i diversi capitoli ripercorrono – attraverso una scrittura accattivante, ricca di aneddoti come una saga articolata tra professione, amicizie, società e vita familiare – non solo la vicenda dell’attuale presidente onorario della Nutkao, ma la storia del Paese e dell’Albese, dal boom economico fino ai giorni nostri, intrecciandosi in un racconto dal quale emerge la profonda umanità, l’intelligenza e la personalità dell’autore. «Mettersi a produrre cioccolata proprio ad Alba, la città della Ferrero? Sembrava una pazzia! Eppure non era stato proprio il signor Michele a invitarci a tentare le cose difficili, quelle che gli altri non sanno fare?», comincia a spiegare Braida, che inizia la sua carriera post diploma proprio impiegandosi alla Ferrero.
«Non è un cosa impossibile», dice così Braida a Giovanni, il suo primo socio. «Certo ci vuole coraggio e forse anche un poco d’incoscienza, ma si può fare».
Dalla Ferrero alla sua avventura imprenditoriale
Così, dopo un primo piano che occupa metà del libro, il racconto arriva alla svolta: l’amore, il matrimonio con Anna Mosso, la nascita della prima figlia e dell’impresa. È il 1967 quando Braida si licenzia dalla fabbrica in riva al fiume per produrre in proprio, alla nascente Par-Bray di Vezza d’Alba, i suoi primi pani da taglio, in società con Giovanni Parato. E le cose cominciano a girare tanto bene che anche in via Vivaro se ne accorgono, facendo infuriare il signor Michele.
Giuseppe Braida, 25 anni, è sereno, sostenuto dalla moglie – che gli offrirà sempre appoggio incondizionato –, felice per la nascita della piccola Barbara: inizia ad assumere qualche dipendente, accanto ai parenti stretti. Arriva così l’avventura che lo rende celebre: la crema bicolore che il gigante della Nutella non produce, mille bicchieri al giorno, tutti confezionati a mano.
Poi nasce la secondogenita Monica e apre il nuovo capannone di Borbore di Vezza. Ma con la crescita arrivano anche i debiti, 50 milioni nel 1970, legati a investimenti e mancati pagamenti, insieme ai controlli della Guardia di finanza. Braida non si arrende. Il terzo figlio, Davide, nasce nel 1973, mentre il contratto per le uova di cioccolato con la Esselunga gli consente ancora di dare lavoro a una trentina di giovani.
Risollevarsi dopo le difficoltà
Tutte le storie hanno alti e bassi. L’importante è il modo in cui si affrontano entrambi. Siamo negli anni ‘70. E, dopo i debiti, «il diavolo ci mise nuovamente la coda». Giuseppe Braida, a causa della revoca del fido da parte della sua banca, decide di dichiarare il fallimento, non riuscendo a reggere il peso dei creditori. È il 1974 quando il giudice lo ufficializza.
Ma la tempra di Braida e qualche buon consiglio anche questa volta lo inducono a ripartire, senza arrendersi. Dopo alterne vicende e la durissima scoperta della sclerosi multipla della moglie Anna, il 28 agosto 1982 nasce la Nutkao di Piobesi. Il capitolo 13, che descrive la vorticosa parentesi, s’intitola L’ascesa, mentre quello successivo porta il nome dell’azienda stessa. Di lì in poi tutto riprende a girare, con importanti albesi in primo piano: da Fiorenzo Revello, fondatore dei supermercati Fiorfiore, che distribuisce in tutta Italia la crema spalmabile, ad Armando Bianco e Vincenzo Torchio, fondatori della cooperativa Insieme, tramite i quali l’imprenditore coinvolge nella produzione persone con disabilità.
Nel 2001, l’impresa vuole crescere ancora: arriva così il nuovo stabilimento di Canove di Govone, con 12mila metri quadrati per 150 tonnellate al giorno di prodotto, e un centinaio di addetti. A questo punto, si fa strada l’espansione in Ghana per produrre direttamente la materia prima, il cioccolato, e l’impianto produttivo della Carolina del Nord in America.
È il 2015 quando Nutkao inizia la produzione per la grande distribuzione a Battleboro, diretta da Davide Braida, mentre anche Canove di Govone cresce ancora.
Gli anni recenti
Infine, a 75 anni, Giuseppe Braida, sempre più alle prese con la malattia della moglie, riceve un’ottima proposta da un fondo d’investimento e decide di lasciare, pur restando presidente, considerando l’opinione dei figli, propensi alla vendita. Arriviamo così ai giorni nostri. Dopo la morte di Anna nel 2022, raccontandosi dal settimo piano dell’attico di via Santa Barbara ad Alba, Giuseppe Braida affida ai lettori la sua vicenda umana e professionale, in fondo un grande affresco della nostra società, illuminandosi in volto al solo pronunciare il nome di sua moglie.
Anna e il cioccolato, la vicenda di un uomo che ha realizzato il proprio sogno creando una delle aziende di maggior successo nel settore, scritto a mano dall’autore, gli prepara altre belle soddisfazioni.
Maria Grazia Olivero