IL RICORDO Era la sera di sabato 4 novembre 1994.
Le acque del fiume Tanaro erano fuori controllo dalle ore 19 e anche i rii e i torrenti intorno alla città. Rumori del passaggio di quella massa di acqua, piante, tante persone sul Ponte del Tanaro Albertino e anche curiosi dal ponte strallato .
Furono apposte transenne e chiusure nella tangenziale ma purtroppo un paio di vittime che transitavano furono spazzate dalla furia delle acque che ben presto continuò la sua devastazione ed allagamento ovunque.
Io quella sera ero responsabile del turno di soccorso ambulanze dell’ASAVA presso l’ospedale ed ho ancora nella mente ogni momento di quella tremenda notte fatta di corse, sirene, incendio presso la SAM asfalti in località Riondello che nel corso della notte si propagò con fiamme alte 10 metri; soccorremmo tante persone portandole al sicuro presso il Comune di Alba.
Dalla tangenziale al dramma dell’Ottolenghi
Rimasi con i colleghi della Croce Rossa dalla parte della tangenziale che intanto si era spezzata, allagando quella zona di Corso Bra, lago San Biagio, sommergendo decine di auto: sono immagini custodite nella mostra che riproponiamo come Proteggere insieme, dal 30 ottobre. (Leggi QUI)
Come dimenticare, poi, quando insieme a un altro volontario abbiamo rotto il vetro della Casa di Riposo Ottolenghi, trovandoci di fronte due vittime annegate al piano inferiore. Troppi innocenti.
Tutto il sistema di Protezione Civile nacque e si sviluppò praticamente in Alba nella Sala del Consiglio Comunale con Sindaco il compianto Enzo Demaria, che si trovò ad affrontare una delicata fase della sua sindacatura insieme alla sua amministrazione. Perché tutto era da inventare e la città e il territorio erano completamente a terra. Non c’era acqua potabile fino a quando a San Cassiano non arrivò l’Esercito con la parte Militare della Croce Rossa per confezionare acqua potabile e che rimase li per oltre un mese. Li accompagnammo a ridosso del Campo sportivo e si sistemarono con grande professionalità.
La Madonna donata da Michele Ferrero ai volontari
Alla Ferrero ci fu quella straordinaria solidarietà dei dipendenti che permise all’azienda di ripartire. Non dimenticherò mai che, andando nello stabilimento subito dopo l’alluvione, recuperai una statua della Madonna inspiegabilmente non rovinata, solo sporca di fango. Il signor Michele mi disse che potevamo tenerla per i volontari… una forte emozione. Oggi la Madonna è con noi e ci aiuta
Abbiamo ricevuto la solidarietà di un’ intera nazione. Accolsi sotto il Comune i volontari del Friuli, primi ad arrivare, poi quelli delle Misericordie da Firenze, poi la Sardegna , poi il Veneto, e tantissimi volontari semplici da più parti d’Italia. Dovevamo come impegno morale restituire questa solidarietà: così nacque Proteggere insieme.
Alcune immagini della mostra inaugurata nella chiesa di San Giuseppe:
Grazie a questa esperienza lavorai per quasi 5 anni come consulente del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile a Roma facendo il pendolare, a fianco dell’allora Capo della Protezione Civile Franco Barberi, persona speciale e affezionata ad Alba. Da li nacquero i coordinamenti della Protezione civile provinciale in Italia.
Non posso dimenticare il grande onore che il Dipartimento mi fece nel rappresentare in Piazza San Pietro, nel Giubileo della Protezione Civile il 30 dicembre 2000, tutto il volontariato italiano, leggendo al Santo Padre Giovanni Paolo II una lettera.
Oggi tutto è cambiato, anche in meglio, ma a distanza di trent’anni sento la mancanza di quello spirito autentico che accumuna Istituzioni e Volontariato e che va recuperato, affinché il vero valore della mission non sia vana.
Siamo tutti per aiutare.
Roberto Cerrato