CUNEO Si è chiusa con un patteggiamento per tutti e tre gli accusati l’indagine per caporalato, portata a termine la scorsa estate dalla Questura di Cuneo.
- A.N., classe 1985, di origini marocchine, domiciliato a Novello, ha concordato una condanna a dieci mesi, sostituita da lavori di pubblica utilità: è l’uomo filmato nell’atto di picchiare un bracciante con una sbarra di ferro, da cui il nome di operazione Iron rod assegnato all’inchiesta.
- Insieme a lui hanno patteggiato una condanna di un anno il macedone G.C., classe 1981, residente a Mango, e di otto mesi L.M., classe 1976, albanese residente ad Alba. A entrambi è stata accordata la sospensione della pena.
Una cinquantina i braccianti identificati nel corso dell’operazione, perlopiù immigrati africani. Diciannove di loro vivevano stipati nel caseggiato di proprietà del macedone a Mango, in condizioni igieniche indecorose, ma costretti a pagare un affitto che veniva decurtato da una paga mensile di 500 o 600 euro. Il caporale li teneva sotto controllo con un sofisticato sistema di videosorveglianza: in casa gli agenti avevano sequestrato anche 16mila euro in contanti.
L’operazione scaturisce in realtà da tre filoni di indagine separati: un segnale rilevante, secondo la Questura di Cuneo, della pervasività del caporalato nelle Langhe dei grandi vini.
Ansa