SANTA VITTORIA D’ALBA Alla Diageo si sta verificando l’ipotesi peggiore per i dipendenti e le dipendenti: il licenziamento.
Lo annunciano le segreterie provinciali di Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e l’Unione generale del lavoro, che hanno indetto uno sciopero di otto ore per ogni turno di lavoro, per la giornata di domani, mercoledì 27 novembre. Dalle 9.30 alle 12, ci sarà un presidio-assemblea fuori dall’azienda.
La decisione è arrivata dopo l’incontro di questa mattina, 26 novembre, tra le rappresentanze sindacali e la direzione aziendale. Il motivo? In base a quanto comunicato dai sindacati in una nota, il gruppo ha palesato la volontà di cessare definitivamente sia l’attività produttiva che degli uffici del sito di Santa Vittoria, con il conseguente licenziamento di tutti i lavoratori e le lavoratrici.
Commentano Antonio Bastardi, Fai Cisl Cuneo, Loredana Sasia, Flai Cgil, e Alberto Battaglino, Uil Uila: «Lo scorso 19 novembre, abbiamo avuto un incontro sul tema con la direzione, nella quale ci sono state prospettate diverse possibilità. Poi, questa mattina, con un giorno di anticipo rispetto alle assemblee convocate per domani, è arrivata la notizia. L’azienda ha già avviato la procedura per la cessazione definitiva dell’attività secondo la legge 234 del 2021, con 180 giorni di tempo per avviare la messa in mobilità dei lavoratori».
Alla Diageo di Santa Vittoria oggi i lavoratori sono 349: 215 operai, 113 impiegati, 16 quadri e i restanti dirigenti.
I motivo della fine attività? Rispondono i sindacalisti: «La direzione ci ha parlato di una redistribuzione dei volumi produttivi, determinata dal fatto che solo il 2% dei prodotti che escono dallo stabilimento di Santa Vittoria sono rivolti al mercato italiano, e per altre ragioni di loro interesse. In più, per loro lo stabilimento roerino è obsoleto. Oggi mi chiedo se gli investimenti dello scorso anno, pari a più di 8 milioni di euro, fossero già finalizzati a una vendita, che oggi non è semplice. Domani sciopereremo per dare un segnale forte: deve iniziare un percorso per limitare il più possibile l’impatto sociale di questa decisione pesantissima, che avrà gravi ripercussioni per molte persone».
Francesca Pinaffo