PELLEGRINAGGIO I 64 che hanno aderito al pellegrinaggio dei lettori di Gazzetta d’Alba coordinato dall’Opera romana pellegrinaggi hanno raggiunto la capitale della Turchia, ultima tappa del viaggio.
Istanbul è una città ricca di fascino, sospesa fra Europa e Asia, fra passato e presente. Fondata oltre 5mila anni fa, fu capitale di due degli imperi più potenti del passato, quello bizantino e quello ottomano. Ogni sua pietra è intrisa di storia.
Oltre alle vestigia di un illustre passato, c’è oggi una città viva, che coniuga gastronomia, shopping e vita notturna. Due la sue parti: quella europea e quella asiatica, abitate da 18 milioni di persone (quasi un terzo dell’Italia) suddivise in 26 Comuni. Entriamo alle porte della città, dopo un viaggio di 7 ore in bus (con inevitabili soste) e il traffico che ci accoglie è davvero molto intenso sulla strada a doppia carreggiate che costeggia il litorale. La città, molto vivace, per le moschee, i mercati, i magazzini che vendono di tutto, è davvero affascinante, anche per queste sue diverse anime.
Martedì 12 novembre iniziamo la visita con la celebrazione dell’Eucarestia nella chiesa dedicata a Sant’Antonio da Padova nel quartiere di Beyoglu. Poi ci dirigiamo alla moschea Blu che deve il suo nome alle ceramiche blu che ne rivestono l’ interno. Iniziata nel 1606 fu costruita sopra i resti del palazzo di Costantino per sottolineare la supremazia dell’ Islam sulla Bisanzio cristiana.
Poco distante l’Ippodromo bizantino che poteva accogliere fino a 100mila persone e ospita due obelischi. In origine nello stadio si ergevano anche quattro cavalli in bronzo che furono trafugati dai crociati nel 1204 e collocati poi sulla facciata della basilica di san Marco a Venezia. Poi raggiungiamo la Basilica di Santa Sofia (Aya Sofya), una delle principali meraviglie architettoniche del mondo. Voluta dall’imperatore Costantino, ricostruita da Giustiniano e giunta fino a noi, ha una cupola centrale le cui dimensioni rimasero insuperate fino alla costruzione della basilica di San Pietro a Roma.
Un altro edificio storico di Istanbul che abbiamo visitato è la Cisterna basilica, situata a Sud-ovest di Santa Sofia. Questa grande cisterna sotterranea realizzata nel tempo di Giustiniano, per le sue numerose colonne alte 9 metri che sorgono dall’acqua, è stata denominata dal popolo come “il palazzo immerso”.
Dopo un pranzo davvero tipico, a base di carne di kebab, visita al Grand bazar, uno degli edifici più grandi al mondo, con 61 vie interne. Ogni giorno in questo brulicante mercato ben 30mila commercianti in 4.500 negozi mercanteggiano con 400mila clienti tra abitanti e turisti da tutto il mondo. Attivo del 1461, è il mercato coperto più antico del globo.
A seguire una puntata al bazar delle spezie, più raccolto, ordinato e denso di aromi, ha fatto da prologo all’imbarco sulla motonave che ci ha portati in crociera lungo il canale del Bosforo. Mentre viaggiavamo abbiamo incrociato il ponte sul Bosforo, inaugurato nel 1973, che con i suoi 1560 metri di lunghezza unisce l’Europa all’Asia, ed è il sesto ponte sospeso più lungo al mondo.
Ieri mattina (mercoledì 13 novembre) dopo l’ultima messa nella chiesa di Santa Maria Draperis sempre nel distretto di Beyoglu, abbiamo raggiunto la collina di Camlica dalla quale abbiamo ammirato il mar di Marmara con le isole dei principi. Giro panoramico in bus, pranzo e visita al patriarcato ecumenico di San Giorgio, imponente complesso ortodosso. La chiesa ortodossa di Santo Stefano, interamente in ghisa, ci ha accolto con le sue magnifiche icone e i bellissimi fregi in oro; dopo breve giro in bus, in albergo per preparare i bagagli. E oggi (giovedì 14 novembre) dopo la visita del palazzo Topkapi – magnifica residenza del sultano ottomano – e alle sue ricchissime stanze, un mini tour alla piccola moschea cinquecentesca. Terminato il pranzo ci stiamo avviando all’aeroporto Ataturk di Istanbul, dove un volo Turkish Airlines ci riporterà in Italia. Stanchi ma felici, i 64 pellegrini, rientrando nelle loro case, non potranno che continuare a portare nei loro cuori la magia di Istanbul.
Valter Manzone