
ALBA Le associazioni che aderiscono all’Unione delle associazioni trifolau piemontesi esprimono molta preoccupazione per i contenuti presenti nel disegno di legge S-1412, in particolare per quello che concerne la possibilità di mantenere attiva la libera ricerca, quale pilastro dell’attività.
«Ricordiamo che il riconoscimento della Cerca e cavatura del tartufo come patrimonio culturale immateriale, riconosciuta dall’ Unesco, è stata possibile proprio dalla tradizione piemontese e italiana legata alla pratica dei liberi cercatori che hanno tramandato questo modo di essere per secoli», scrive il presidente Agostino Aprile.
Il comunicato dei trifolao
Lasciare troppo spazio alle cosiddette tartufaie controllate (ossia alle riserve per pochi) mette in pericolo tutto questo e pone la più parte dei cercatori di tartufo in situazioni tali da non poter più esercitare la propria passione. Il nostro obiettivo è far sì che le concessioni delle “controllate” vengano rilasciate, con una percentuale da discutere, dai Comuni e non più dalle Province, in modo che in tutti i Comuni vi sia la possibilità di andare liberamente per tartufi. Con la stessa linea occorre ragionare sui terreni demaniali e sulle sponde dei rii demaniali, che appunto poiché destinati all’uso diretto o indiretto dei cittadini, non possono essere dati in concessione a pochi, come invece prevede il Ddl in questione.
Siamo poi convinti che occorra definire il calendario di raccolta delle varie specie di tartufi uguale per tutta l’Italia, in modo da togliere ogni dubbio sulla commercializzazione e sulle speculazioni che sono in atto. Ciò serve anche a salvaguardare le tartufaie che hanno bisogno di periodi di riposo per rigenerarsi.
Discuteremo di questi argomenti e di altri ancora con il senatore Bergesio, primo firmatario del Ddl e che si è detto da subito disponibile a recepire le nostre osservazioni, in un incontro programmato da tempo che si terrà il 19 maggio prossimo e al quale parteciperanno le associazioni aderenti all’Unione piemontese, la Fnati (Federazione nazionale associazioni tartufai italiani), il Centro nazionale studi tartufo.
Ci auguriamo che, per il bene del tartufo piemontese e italiano, si possano trovare le soluzioni più adatte a tutti.
