ALBA Nemmeno il coronavirus ferma le bufale, anzi, il virus che sta mettendo in ginocchio il mondo sembra aver rinvigorito gli autori di false notizie, le quali rischiano di avere pesanti ricadute sulla psiche delle persone più fragili e meno istruite. Meritorio il lavoro svolto da siti specializzati nel riconoscere le notizie create ad arte come bufale.net o butac.it, per arrivare al re degli sbufalatori David Puente, recentemente entrato nello staff di Open, il giornale on-line di Enrico Mentana.
Lavoro straordinario la scorsa settimana, quando un video del 2015 del programma di divulgazione scientifica Leonardo è stato condiviso da più di 5 milioni di italiani. Nel servizio si trattava di un virus creato in laboratorio in Cina del ceppo dei coronavirus, ma diverso da quello che sta mettendo a dura prova l’intero pianeta.
Una vera e propria piaga, che ha spinto il Ministero della salute a correre ai ripari, segnalando ai cittadini le bufale più frequenti sul coronavirus. Andiamo a vedere quali sono. La prima ha raccolto più di un milione di condivisioni e vorrebbe far credere che i farmaci antivirali prevengano l’infezione dal nuovo coronavirus: niente di più falso, non esistono evidenze su una loro azione preventiva. Simile la seconda, falsa anche questa, che la tachipirina curi l’infezione da coronavirus: in realtà la questo medicinale svolge un’azione antipiretica ed è quindi molto utile in caso di febbre alta, ma non cura l’infezione da nuovo coronavirus.
Secondo un’altra bufala, mangiare aglio aiuterebbe a prevenire l’infezione da nuovo coronavirus; falso anche questo, nonostante l’aglio abbia alcune proprietà antimicrobiche, ma non ci sono riscontri che possa prevenire il coronavirus.
Tra le fake news più gettonate, quella che recita: «Bere tanta acqua lava il virus dalle vie aeree e lo spinge nello stomaco, dove viene distrutto dall’acido», ma l’acqua non lava via il virus e non serve per prevenire il contagio. Falso anche il fatto che bere acqua o bevande calde uccida il virus, che, purtroppo, è in grado di resistere e replicarsi alla temperatura corporea, che è di circa 37 °C.
Marcello Pasquero