Egregio direttore, vorrei condividere, tramite Gazzetta, lo sconcerto che mi ha colto nel vedere i manifesti di una banca affissi in città. Lo slogan, tramite il quale si cerca di accaparrare la fiducia dei clienti, è: “Amare significa difendere” e sotto due guantoni da boxe.
Ho letto per la prima volta quel manifesto osservando due adolescenti che, forse attratti dai guantoni, lo guardavano tra l’attento e lo stupito. Ho chiesto loro: «Che ve ne pare?». Hanno scrollato le spalle e mi hanno lasciato ai miei pensieri. Trovo ridicolo per una banca parlare d’amore verso i clienti che credo stiano imparando a difendersi da banche e banchieri.
Il mio disaccordo però, è sul piano etico: non è vero che “Amare significa difendere”, “Amare significa accogliere”; e se accogli ti trovi totalmente coinvolto nei bisogni della persona amata. Simili messaggi si collegano ad altri, che invitano a difendersi dagli sconosciuti, a ricacciare gli stranieri. In definitiva inducono al consolidamento di una cultura razzista. Sarebbe bello se riuscissimo almeno a stupirci e quindi a interrogarci.
Franco Foglino
Una volta tra le materie teologiche c’era l’apologetica, cioè la difesa della fede. Oggi è stata sostituita dalla teologia fondamentale, che studia i fondamenti della fede e il suo rapporto con altre realtà (la scienza, le religioni, l’ateismo ecc.).
La difesa, di per sé, non è estranea all’amore. In realtà, l’amore è qualcosa di più. Anche difendere i propri cari, i diritti dei più deboli o le ragioni della propria fede (tutte cose lodevoli) va fatto con amore.
Come scriveva San Pietro, dobbiamo rendere ragione della speranza che è in noi «con dolcezza e rispetto» (1Pietro 3,16).
Fare le cose con amore vuol dire cercare il bene dell’altro e dunque accogliere, comprendere, perdonare, aiutare, servire… Sì, in un cuore che ama non c’è posto per l’odio, il rifiuto, la violenza, la vendetta.
