I giovani industriali puntano su dinamismo e cooperazione

I giovani industriali puntano su dinamismo e cooperazione

CONFINDUSTRIA
A Guarene si è parlato di export, Brexit e nuove opportunità
Dinamismo, coraggio e cooperazione tra le aziende sono stati solo alcuni dei temi trattati nel corso della riunione annuale dei Giovani industriali di Confindustria Cuneo Internazionalizzazione, si comincia da casa, tenutasi venerdì 24 giugno nel castello di Guarene.

Dopo la presentazione del presidente, Enrico Galeano, la parola è passata al presidente di Confindustria Cuneo, Franco Biraghi, che ha sottolineato l’importanza dell’impegno in azienda dei giovani. Giovani che, alla luce delle novità portate da Brexit (di cui parliamo anche a pag. 21), affermano a gran voce il desiderio di scegliere. «L’uscita dall’Ue ha vinto grazie ai voti della popolazione con più di 60 anni», ha commentato Galeano. «I giovani dovrebbero poter scegliere per il proprio futuro».

a.m.a.

Gioele Lorenzin guarda agli Usa

Su imprese, mercati esteri e futuro, Gazzetta ha posto 4 domande a Gioele Lorenzin della Simplast, specializzata in rotostampaggio.
Nel convegno si è parlato di India, cos’è per voi l’export?
«L’export copre il 50-60% del nostro fatturato. Abbiamo due sedi produttive in Indiauna a Delhi e una e una a Chennai (Sud del Paese). Lavoriamo in Cina, Francia, Germania, molto in Spagna. In Russia, negli due anni abbiamo affrontato un periodo di crisi importante. Anche il Brasile sta attraversando un periodo difficile. Fino a questa mattina eravamo pronti per andare in Inghilterra, ma con le novità delle ultime ore sarà necessario un po’ più di tempo».

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In primo piano: Gioele Lorenzin

L’uscita dell’Inghilterra dall’Unione europea come influirà sul vostro lavoro?
«Sarà un problema nell’immediato. Ma abbiamo il supporto di Fiat e il nostro principale cliente è uno stabilimento inglese. Abbiamo il supporto di Fiat e il nostro principale cliente è uno stabilimento inglese. In concreto, credo cambierà nulla: come lavoriamo in India, lavoreremo in Inghilterra e sono certo che Fiat saprà gestire questa novità nel migliore dei modi.

La vostra azienda nasce nel Roero: pensate di mantenere la sede qui, oppure aprirvi all’estero anche in questo senso?

Se immagino la nostra azienda tra 20 o 30 anni, immagino uno studio tecnologico e progettuale in Italia, ma sedi in tutto il Mondo. Vorrei  mantenere una struttura italiana, perché è quella che ci ha portati fin qui, ma avere sedi all’estero sarebbe un importante aiuto, anche a livello fiscale. Noi ne avremmo tutto il diritto: andremmo a produrre in loco, radicandoci e creando posti di lavoro.

Per concludere, progetti futuri?

Il primo è sicuramente l’Inghilterra, ma viste le novità ci vogliamo prendere un momento per riflettere. Teoricamente, però, nel 2017 saremo operativi anche in questo Paese. Se penso a lungo termine, invece, gli Stati Uniti sono una sfida che mi interessa: ci sono stato diverse volte e credo che potremmo essere pronti per questo passo.

Genta: investire in zona per aumentare gli occupati

Giandomenico Genta, neopresidente della fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, alla riunione dei giovani industriali parla di «alzare l’asticella per vincere sul mercato con la qualità». Un livello che può crescere grazie alle erogazioni delle fondazioni, aiutando ad esportare il made in Italy.
Brexit cosa cambierà?
«Dobbiamo vedere questa novità come un’opportunità».
Progetti per la Crc?
«La notizia di questi giorni è nella scalata a Ubi Banca, di cui vogliamo diventare il primo socio pubblico, per portare la sede della Banca regionale europea a Cuneo. Avremo attenzione per chi chiede piccoli contributi, quelli che muovono l’economia: solo con investimenti sul territorio cresceranno l’occupazione e le possibilità per i nostri giovani».

Alessia Alloesio

 

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