Anche i premi Nobel sbagliano e perfino Bossi vuole l’euro

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 ECONOMIA  L’economia globale sembra uscire dalla convalescenza durata anni, dice il direttore del Fondo monetario Christine Lagarde. Secondo la quale «abbiamo raggiunto un punto di svolta». Ma subito frena: «Sarebbe un errore ritenere che ciò si traduca in un’ottima salute» (Ansa, 14 marzo). Quindi ne sappiamo come prima. La signora Lagarde è prudente. Ha già fallito altre previsioni. Con lei, hanno sbagliato banchieri centrali, Premi Nobel ed esperti vari (Corriere della sera/L’Economia, 14 marzo).

Colpisce invece il realismo di Umberto Bossi, fondatore della Lega Nord. In merito alle idee della Lega nazionale, ora guidata da Matteo Salvini, l’intervistatore del Corriere citato gli chiede: «Il no all’euro non può essere un motore politico?» In polemica con Salvini, Bossi risponde: «Macché. Per gli sprovveduti. Se venisse giù l’euro, verrebbe giù tutto, una situazione che nessuno saprebbe gestire. Tra l’altro, pagheremmo di più le materie prime, cosa che per un Paese di trasformazione come l’Italia sarebbe un disastro. Berlusconi parla di doppia moneta, il che è una presa per il culo». Bossi è acciaccato, però conserva una visione politica generale da vero leader. E la spiega col solito linguaggio, privo di tecnicismi.

Giacomo Battaglino

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