Polveri sottili: l’aria di Bra dà segni di miglioramento

Se l’aria di Bra fosse una persona, potremmo dire che il malato mostra segnali di miglioramento. Così dicono i dati forniti dall’Amministrazione comunale in un incontro dal titolo Che aria tira in città, svoltosi lunedì 20 in municipio, nel quale sono stati resi noti gli esiti di una comparazione dei dati raccolti da quando Bra dispone di una centralina di rilevamento, con particolare attenzione alle polveri sottili, le cosiddette pm10.

Secondo i dati forniti dall’Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), in otto anni la media annua delle pm10 nell’aria è calata del 36%, passando da 57,3 microgrammi per metro cubo a 36,4. «Al raggiungimento di questo risultato», sottolinea il sindaco Bruna Sibille, «hanno contribuito vari fattori: la situazione meteoclimatica favorevole (temperature, maggiore piovosità…), il miglioramento su scala globale in tutta la Pianura padana e le azioni locali».

Un dato, quello della media annua, migliorato anche nelle altre città dove l’Arpa ha stazioni di rilevamento, ovvero Alba, Cuneo, Saliceto e Borgo San Dalmazzo. Il dato braidese nel 2010 è stato quasi allineato a quello di Alba, mentre in passato si presentava assai più elevato.

Anche sul fronte degli sforamenti – ovvero i giorni in cui vengono superati i 50 microgrammi per metro cubo, limite fissato dalla legge a tutela della salute – emerge un andamento positivo: -44%, dai 170 del 2003 ai 95 dello scorso anno. La situazione resta tuttavia ben lontana dal massimo di sforamenti consentito dalla normativa, ovvero soli 35 nei dodici mesi.

«Quindi tutto a posto?», si chiede retoricamente Bruna Sibille. «Il dm 60/2002 stabilisce due requisiti da soddisfare per le pm10: la media annuale deve essere inferiore ai 40 microgrammi per metro cubo e non si deve superare per più di 35 giorni all’anno i 50 microgrammi. A Bra nel 2010 la media annuale è stata di 36,4, mentre si sono verificati 95 sforamenti, dunque un importante risultato è stato raggiunto, ma si deve continuare a lavorare».

Azioni nel tempo. Al miglioramento hanno contribuito vari fattori: l’evoluzione della normativa ambientale per l’industria; il passaggio da gasolio a metano e il miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti di riscaldamento (oggi soltanto il 5% dei condomìni utilizza il gasolio); il rinnovo del parco auto.

«In questa prospettiva, si pensa che gli interventi attuati dal Comune di Bra – ampliamento delle isole pedonali e Ztl, realizzazione di Zone 30, bus gratuito per cittadini over 70 e under 18, domeniche a piedi, progetto Pedibus, piste ciclabili, mensa scolastica a chilometri zero – abbiano contribuito a ridurre il trend della media annua di pm10 e a infondere alcuni princìpi educativi nella cittadinanza. Iniziative a cui vanno affiancate quelle allo studio», ha aggiunto il Sindaco.

 

Le azioni in corso riguardano il controllo dei consumi negli edifici pubblici, la sperimentazione del biofix, il teleriscaldamento, la pulizia delle strade, le piste ciclabili, le de-semaforizzazione (in via Isonzo e in via Audisio), il collegamento tangenziale- autostrada, il controllo dei mezzi pesanti in centro (via Piumati), i sensi unici.

«È con l’attenzione di tutti i cittadini», ha sottolineato il vicesindaco e assessore all’ambiente Marcello Lusso, «che si ottengono importanti risultati. È necessario quindi che ognuno di noi adotti “buone pratiche” per ridurre l’inquinamento, andando al di là di quelli che sono gli obblighi di legge».

 

E i prossimi impegni? L’Amministrazione (compatibilmente con le risorse economiche) ha in progetto l’adeguamento ecologico dei mezzi comunali, il reperimento di finanziamenti regionali per bus pubblici a metano e l’impegno a promuovere il miglioramento della viabilità sull’asse della statale 231.

Dal canto suo l’assessore alla viabilità Beppe Bonetto annuncia la sostituzione di altri semafori con più scorrevoli rotonde: «Il prossimo impianto a scomparire sarà quello posto all’incrocio tra via Cacciatori delle Alpi e viale Risorgimento, mentre stiamo studiando una soluzione anche per quello al crocevia tra via Verdi e via Marconi, dove la ristrettezza degli spazi crea qualche problema in più».

Diego Lanzardo

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