Meraviglia fenogliana

Lascia una sensazione di orrore. Il racconto è accaduto ed è accaduto molto vicino. Però non è stato esperito. Lo può essere solo attraverso la crudezza e l’apparente assenza di lirica della prosa di Beppe Fenoglio. Sarà per questo che il teatro sociale Giorgio Busca, venerdì 23 settembre, dalle sei di pomeriggio alle due di notte, era colmo di un viavai continuo di persone. Non c’era affezione obbligata, non era una rituale dimostrazione di fedeltà albese al “suo” scrittore. Piuttosto, la capacità rievocativa della lettura ha risvegliato ricordi sedimentati tra le generazioni.

La “Maratona fenogliana”, ovvero la lettura integrale del romanzo L’imboscata, ha suscitato meraviglia perché, come ha spiegato il giornalista sportivo Gigi Garanzini, «Fenoglio è uno di quei “beni-rifugio” che tutti custodiamo: con lui ripassiamo i “fondamentali”, la lettura ci spinge all’esplorazione, anche reale, dei luoghi della trama, come solo i romanzi dei grandi – Hemingway, ad esempio – saprebbero fare».

L’alternanza ininterrotta di voci, per otto ore, ha incuriosito: personaggi noti a livello nazionale e territoriale e persone comuni sul palco. Tra le prime, il cantante dei Marlene Kuntz Cristiano Godano, l’artista Valerio Berruti, i giornalisti Daria Bignardi e Luca Sofri, poi Marco Berry e Damiano Grasselli (vedi interviste in basso), l’imprenditore Oscar Farinetti e parecchi altri. Ad aprire e a chiudere la lettura, la figlia dello scrittore, Margherita Fenoglio. Infine, un sindaco Maurizio Marello emozionato, che ha commentato: «La lettura integrale di Fenoglio ha la funzione di far rivivere i valori della Resistenza. Si tratta di un’iniziativa davvero costruttiva».

Un successo a tutto tondo, materializzatosi in un momento in cui la cultura boccheggia per mancanza di investimenti. La rassegna ideata dall’assessore alla cultura Paola Farinetti ha coinvolto giovani, adulti e anziani. Nell’arte non c’è anagrafica, un senso comune si ritrova nella narrazione, e ciò favorisce il raduno, dato che, come ha dichiarato a Gazzetta il cantautore Gianmaria Testa (vedi intervista), «la gente è continuamente alla ricerca della verità ». Non c’è crisi che tenga.

Matteo Viberti

Damiano Grasselli

SE LA MUSICALITÀ È SCONFITTA

Parliamo con l’attore, regista e autore Damiano Grasselli, uno dei “lettori” che hanno partecipato alla “Maratona fenogliana” che damiano-grasselliAlba ha ospitato venerdì 23 al Teatro sociale.

Perché ha accettato l’invito alla “Maratona”? Che cosa significa per lei Fenoglio?

«Oltre all’affetto molto sincero che mi lega agli albesi in generale e ad alcuni in particolare, ho lavorato parecchio sulla biografia e sulle opere fenogliane. Parliamo di un grande autore non solo dal punto di vista narrativo, ma anche sotto il profilo musicale. Insomma, ho partecipato per omaggio all’artista, ma anche a me stesso, dato che le sue opere rappresentano una parte importante della mia vita».

A che cosa si riferisce quando parla di musicalità dell’opera di Fenoglio?

«La letteratura può essere un’opera didattica o artistica. Nel secondo caso è caratterizzata da quella che chiamo “musicalità”. Nel ventesimo secolo, posso contare solo due o tre autori – Gadda, ad esempio – che, come Fenoglio, sanno trasmettermi questa sensazione di dolcezza e armonia leggibile oltre la superficie della trama».

Questa caratteristica è ancora presente nell’arte odierna?

«Oggi dominano il mercato i prodotti commerciali, l’arte “da supermercato”. Manca il contatto con lo spettatore nel caso del teatro o con il lettore nel caso della lettura. I grandi gruppi, ad esempio editoriali, si accaparrano i pochi euro che ci sono e continueranno a farlo in futuro. Ciò rende difficile l’emersione dei nuovi talenti; si rende necessario un ripensamento della creatività: è indispensabile non vendersi, partire dal basso, conservare il rapporto con la località. C’è una maniera “massificata” di concepire la realtà: dall’esperienza quotidiana ognuno potrà contribuire a scalzare questa visione».

m.v.

Gianmaria Testa

GENTE CHE CERCA LA VERITÀ

Gianmaria Testa è un ben noto cantautore di origini cuneesi. Abbiamo parlato con lui dopo il suo intervento alla tavola rotonda della “Maratona fenogliana”.gianmaria-testa

Il Teatro, durante la lettura integrale del romanzo L’imboscata, era pieno. Come interpreta questo dato?

«L’altro giorno ho letto una notizia interessante: nel 2010 il teatro italiano ha avuto più spettatori del calcio. Credo significhi una sola cosa: anche in un contesto di crisi, la gente è alla ricerca della verità. La verità è la merce più rara che abbiamo e Fenoglio ne è un indubitabile testimone».

Tuttavia, lo Stato sembra non pensarla così…

«Già. Non possiamo che prenderne atto, se gli investimenti nel settore cultura non superano lo 0,19 per cento del bilancio. È, dunque, il tempo di una resistenza nuova, fatta di presenza, e il cui obiettivo dev’essere l’acquisizione di un’inedita competenza, ossia la capacità di “dire di no”. Alludo anche a comportamenti adottati nel “piccolo”, come il rifiutare un prodotto senza ricevuta fiscale o il non contribuire alla diffusione dei cosiddetti “acceleratori sociali”».

Fenoglio come si colloca in questo panorama?

«Quello di Fenoglio è un messaggio di verità. È dunque istruttivo ed edificante. Racconta un mondo che ho conosciuto, un pezzo della mia storia. Non dimentichiamo che a suo tempo venne osteggiato, perché non considerato comeun’iconografia della Resistenza tradizionale. Sono chiari gli spunti e le analogie con l’oggi».

m.v.

Marco Berry

QUANDO IL NONNO COMPRAVA IL PANE

Marco Berry, illusionista e celebre conduttore televisivo, racconta a Gazzetta i suoi pensieri prima di partecipare alla lettura del marco-berrylibro di Fenoglio.

Lasciando da parte le idee, potrebbe parlare dell’emozione che le suscita la lettura delle opere fenogliane? «Fenoglio racconta la trincea, la speranza, l’energia di gruppo. Mi vengono in mente due scrittori noir che amo: hanno entrambi vissuto situazioni difficili, in pratica criminali, eppure raccontano con crudezza le verità della strada. Questa è la sensazione: una sensazione formidabile di realtà e di vita vissuta, seppur nella tragedia».

L’autore ha un legame con la sua vita?

«Sono legato alle Langhe per tanti motivi. Mio nonno e mia nonna erano gente di campagna. La nonna oggi ha 95 anni, le ha passate davvero tutte, pure Berlusconi! La loro vita si rispecchia e si tramanda nelle opere di Fenoglio. I loro aneddoti pure. Ricordo che il nonno raccontava di come, ogni mattina, andava in bicicletta a comperare il pane bianco a chilometri da casa: in paese c’era solo il pane nero. Andava in bicicletta, lo faceva per le sue figlie. Sono immagini suggestive, spiegano come si “esisteva” una volta. Ricordi e sensazioni rievocate dalla lettura di Beppe Fenoglio in maniera sorprendente».

m.v.

Banner Gazzetta d'Alba