Parla dallo spazio e i radioamatori braidesi della locale sezione Ari di via Euclide Milano lo ascoltano. Il satellite E-St@r, realizzato da un’équipe composta da docenti, ricercatori e studenti del Politecnico di Torino, è stato lanciato dal vettore Vega lunedì 13 febbraio. Spiega il professor Sergio Chiesa, coordinatore del progetto: «È una grande emozione essere qui, nella sede dei radioamatori braidesi, a captare i segnali che il nostro cubesat E-st@r sta emettendo dalla sua orbita, collocata tra i 350 e i 1.400 chilometri di altitudine, mentre gira a una velocità di 25 mila chilometri orari».
Il professor Sergio Chiesa – docente alla Facoltà di ingegneria aerospaziale del Politecnico di Torino – è visibilmente soddisfatto. A pochi giorni dal lancio del vettore Vega avvenuto dalla base spaziale di Kourou, nella Guyana francese, continua a commentare: «Con i miei collaboratori (gli ingegneri Nicole Viola e Fabrizio Stesina del Politecnico e Alberto Busso e Marco Mascarello della sezione Ari di Bra) stiamo cercando di verificare la ricezione del segnale dall’orbita, proprio qui in questa stazione che è diventata il quartier generale del nostro team». Aggiungono gli ingegneri del gruppo, mentre sono impegnati a rispondere a e-mail dei colleghi ungheresi, polacchi, romeni e spagnoli (anch’essi titolari di altri cubesat lanciati da Vega): «Il progetto E-St@r è nato nel 2008. Con il coordinamento del professor Chiesa siamo riusciti a iniziare questa avventura, che è stata possibile grazie al finanziamento derivato dai fondi per la progettualità studentesca. Insieme all’ing. Sabrina Corpino dell’Aerospace system engineering team (Asset) del Politecnico hanno lavorato almeno 100 studenti, chi per scrivere la propria tesi, chi per fare ricerca e chi per diletto.
Quello che abbiamo realizzato è un cubo di 10 centimetri di lato, dal peso di un chilogrammo, costato – per i soli materiali e per la loro lavorazione – oltre 50 mila euro». Conclude il professor Chiesa: «Quello che ritengo importante sottolineare, oltre al grazie doveroso che intendo rivolgere a tutti i miei collaboratori e ai radioamatori braidesi, è la valenza educativa che l’intero progetto ha dimostrato. La vita del satellite può essere di una dozzina di anni, poi perderà energia e cadendo verso Terra si disintegrerà».
Valter Manzone