Approvato il Piano sanitario

Adesso il nuovo Piano sanitario è legge. Il Consiglio regionale ha approvato il 3 aprile la nuova legge che riforma la sanità piemontese. Il documento è passato con il voto a favore della maggioranza di centro-destra, l’astensione di Udc e Idv e il voto contrario dell’opposizione, che pure ha contribuito a modificarne il testo. Paolo Monferino, assessore alla sanità con un passato all’Iveco, che Cota ha scelto per guidare il settore che assorbe l’80% delle risorse regionali del Piemonte, si è detto «relativamente soddisfatto per il buon compromesso raggiunto. Ma il piano – ha sottolineato – è un pezzo di carta, il lavoro per mettere in opera quanto deciso inizia solo ora». Per Monferino la priorità è la scelta della squadra dei direttori generali e dei direttori delle neonate federazioni: «Tema importantissimo su cui è bene prendersi tutto il tempo necessario». Il testo finale del piano è il risultato di un lungo confronto, a tratti acceso, fra gli schieramenti politici. Una prima tappa del percorso è stata raggiunta la scorsa settimana con l’approvazione della legge “Disposizioni in materia di organizzazione del servizio sanitario regionale”, che ha modificato l’architettura di riferimento del settore con l’istituzione di sei federazioni sanitarie, “superaziende consortili” poste al di sopra di Asl e Aso. Il piano vero e proprio è stato approvato alla fine di una maratona d’aula con le ultime due settimane di sedute tutti i giorni, in alcuni casi anche serali e notturne. Nella Commissione sanità sono stati affrontati 578 emendamenti, 111 dei quali sono stati accolti. In aula ne sono stati discussi ancora oltre 400. L’ultimo tour de force ha riguardato la ristrutturazione delle aziende ospedaliere del torinese, conclusa con l’accorpamento fra Mauriziano di Torino e San Luigi di Orbassano, e con il salvataggio dell’Oftalmico che confluirà nella futura Città della salute. Il centro-sinistra, che può vantare risultati tangibili sull’incremento delle risorse per il sociale, l’accantonamento della separazione fra ospedali e territorio e la non istituzione di una nuova azienda del 118, non ha potuto però evitare la nascita delle federazioni, che boccia come «un mezzo per moltiplicare costi e poltrone». Il centro-destra saluta invece il varo del piano come «una riorganizzazione concreta che garantisce risparmi, senza intaccare l’eccellenza del sistema».

Ansa

COMMENTI. Lega: «Cure migliori». Pd: «Legge inutile»

Mino Taricco spiega il voto contrario del Pd: «È un piano inutile e a tratti dannoso. Non servono le federazioni, non servono ulteriori direttori, serve decidere di governare le scelte nel concreto assumendosene la responsabilità bisogna razionalizzare e fare economie di scala nelle funzioni di supporto e non sulle prestazioni socio-sanitarie, che vanno invece rafforzate soprattutto sulla prevenzione. Bisogna uscire dalla logica dei tagli lineari, premiando il merito e facendo evolvere le situazioni di insufficienza, intervenendo in modo puntuale». Giovanni Negro (Udc) dichiara: «La configurazione per la provincia di Cuneo rimane quella attuale: l’azienda sanitaria ospedaliera “Santa Croce e Carle”, due Asl con gli ospedali controllati dal territorio e una federazione provinciale che si limiterà a funzioni di ordine amministrativo e logistico. Inoltre il 118 viene potenziato con mezzi che possono volare anche di notte. Per questo il gruppo Udc si è astenuto dal voto». Mario Carossa (Lega nord): «Con la nostra riforma, necessaria e virtuosa, riusciremo a curare meglio le persone spendendo il giusto. Questa riforma, con la nascita delle federazioni, rappresenta un concetto federalista e responsabile della gestione della sanità. Il cittadino dovrà tornare al centro di ogni decisione in sanità, al di là di strutture e potentati. L’unica cosa che conta è che la gente sappia che da noi può essere curata nel migliore dei modi».

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