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Aumentare l’Imu, soluzione obbligata

I continui tagli dei trasferimenti di fondi dallo Stato agli enti locali costringono i Comuni a compiere sempre più complicate acrobazie per far quadrare i bilanci. I tagli e le economie, seppure doverosi, non bastano però a far quadrare i conti, soprattutto nei Comuni medio-piccoli (come quelli della nostra provincia), dove i margini di manovra sono davvero ridotti.

Anche a Bra l’Amministrazione civica negli ultimi mesi si è impegnata in una capillare revisione della spesa (la cosiddetta spending review), ma i risparmi possibili non permettono di compensare il milione e 800 mila euro che lo Stato non verserà più nel 2012. «Grazie al lavoro svolto dall’assessore alle finanze Gianni Fogliato, dall’intera Giunta e da dirigenti e funzionari comunali abbiamo ottimizzato, e continuiamo a farlo, la spesa», sottolinea il sindaco Bruna Sibille. «Tuttavia siamo ben lontani dal fare fronte totalmente al mancato trasferimento statale».

Anche perché la porzione di bilancio – che pareggia per il 2012 su circa 36 milioni di euro – sul quale si può realmente operare dei tagli è circa un quarto. Il resto è destinato a voci non (o assai poco) comprimibili, come gli stipendi del personale o gli appalti stipulati con aziende esterne per la fornitura di beni e servizi indispensabili.
Se dunque sul fronte delle uscite non si può incidere più di tanto, per far quadrare i conti sembra indispensabile agire sulle entrate. Le cifre non sono ancora definite, ma pare che all’appello manchino circa 800 mila euro. Escluso l’aumento delle tariffe dei servizi pubblici comunali, che inciderebbe soprattutto sulle famiglie con figli in età scolare, l’Amministrazione braidese sembra intenzionata a rivedere l’aliquota dell’Imu.

Secondo indiscrezioni, sarebbe possibile un aumento di uno 0,10% per le aliquote relative agli edifici diversi dalla prima casa, che secondo la delibera adottata nel marzo scorso dal Consiglio comunale finora dovevano pagare lo 0,76% (valore già elevato a 0,86% per gli alloggi sfitti), a eccezione dei “fabbricati strumentali all’attività agricola” per i quali era previsto lo 0,2%.

«La gestione del bilancio è resa estremamente difficile anche a causa del clima di incertezza nel quale siamo costretti a operare», conclude il sindaco Sibille. «I tagli imposti dal Governo di susseguono, ma anche ora non siamo neppure in grado di conoscerne con precisione l’entità totale».

Diego Lanzardo

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