Prezzi delle uve: ora che succederà?

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VITICOLTURA Sembrava che il 2017 potesse segnare il ritorno dei mercuriali delle uve elaborati dalla Camera di commercio; invece tutto rischia di restare come negli ultimi anni. Nei mesi scorsi, infatti, l’ente camerale aveva organizzato un tavolo tecnico, coinvolgendo le categorie della filiera per individuare un metodo condiviso, ma anche tecnicamente ineccepibile, di elaborazione dei prezzi delle uve per la vendemmia 2017.

L’iniziativa non partiva solo da un’esigenza territoriale. Il progetto camerale intendeva da un lato dare risposte concrete alle norme di legge e, dall’altro, sopperire alle critiche dell’Istat, che non capiva come mai la Camera di commercio di Cuneo elaborasse i listini dei prezzi mensili dei vini e non lo facesse per le quotazioni delle uve. Agli occhi dell’Istat tale situazione suonava come una lacuna in una zona dai prodotti di grande blasone internazionale. Per questo era stata avviata l’iniziativa della Camera di commercio. Il tavolo tecnico aveva anche stabilito parametri oggettivi per diramare tali prezzi, ovvero che si dovessero avere almeno 25 contratti ufficiali per i vini Doc e 50 per quelli a Docg.

Sembrava fatta. Le indiscrezioni asserivano che le quotazioni camerali sarebbero state ufficializzate in un periodo emblematico, l’11 di novembre, san Martino, l’epoca in cui in agricoltura si stipulavano i contratti. Senonché, a seguito di una riunione, tenutasi lunedì 23 ottobre, le organizzazioni agricole hanno diramato in modo inaspettato i prezzi delle uve della vendemmia 2017. È vero che si tratta di valori indicativi delle uve, denominazione per denominazione, finalizzati al calcolo del canone d’affitto annuale dei vigneti secondo i parametri convenuti nei singoli contratti. Ma è anche vero che questa “uscita” da parte delle tre organizzazioni agricole ha spiazzato il resto del settore, compresa la Camera di commercio di Cuneo, che si è vista superata dagli eventi. Nei prossimi giorni sapremo che cosa farà l’ente camerale, ovvero se continuerà con i suoi propositi di ripristinare i mercuriali o se lascerà perdere.

I valori diramati dalle organizzazioni agricole segnano incrementi rispetto al 2016. Si tratta di una situazione comprensibile, visto il livello qualitativo delle uve e la quantità prodotta, generalmente bassa.

Paolo Sartirano, che presiede la sezione vini, liquori e distillerie di Confindustria Cuneo, ha rilasciato una dichiarazione molto pacata, non intendendo raccogliere quella che è parsa una provocazione dei rappresentanti dei viticoltori. Afferma Sartirano: «Nel confermare il clima di euforia per l’ottima vendemmia, la sezione industriale ribadisce il pieno sostegno all’iniziativa dell’ente camerale cuneese, che quest’anno ha ripreso la sua funzione di rilevazione dei prezzi per le uve da vino a denominazione, peraltro inserita dall’Istat nel piano statistico nazionale quale attività obbligatoria. È grazie all’iniziativa della Camera di commercio che il mercato avrà a disposizione dati oggettivi elaborati da un ente terzo, non di parte, che potranno garantire scambi in piena trasparenza, consentendo la stabilità di un mercato fiorente e molto attivo quale quello dei grandi vini Doc e Docg delle Langhe, eccellenze riconosciute in tutto il mondo».

Giancarlo Montaldo

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