Dop Langhe per le nocciole: costituito il comitato

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BOSSOLASCO È nato un comitato per ottenere la Dop Langhe per le nocciole. L’organismo si è insediato lunedì, a Bossolasco. Ne fanno parte il Gal Langhe e Roero (con il suo presidente, l’eurodeputato Alberto Cirio), l’ente Fiera della nocciola con il presidente Flavio Borgna, l’unione montana Alta Langa con il presidente Roberto Bodrito, l’unione Colline di Langa e del Barolo con il sindaco di Sinio Sergio Seghesio e l’Associazione commercianti albesi con il vicedirettore Marco Scuderi.

A Bossolasco, il comitato si è presentato al mondo dei produttori, rappresentato dal Consorzio di tutela della nocciola Piemonte Igp, da Confcooperative, Asprocor e Ascopiemonte e dalle tre organizzazioni di categoria (Confagricoltura, Coldiretti e Cia), per condividere un percorso comune legato alla predisposizione del dossier per il riconoscimento della Dop.

L’accelerazione dell’iter per chiedere una Dop che tuteli maggiormente le nocciole di Langa è arrivata dopo il rinvio da parte del Tar del Lazio del responso sul ricorso sull’uso improprio del nome tonda gentile delle Langhe.

«Il progetto Dop Langhe è allo studio del Gal già da diversi mesi e ora non possiamo attendere oltre. Il rinvio della sentenza a marzo rischia di creare altri danni al nostro territorio, per cui partiamo con l’iter per ottenere il riconoscimento della Denominazione di origine protetta. La Dop sarà un modo per difendere l’identità della nostra nocciola, renderla riconoscibile e differenziarla sul mercato come la migliore, perché lo è», commenta Cirio.

Prosegue l’europarlamentare albese: «Il comitato avrà il compito coordinare la parte più istituzionale del dossier, raccogliendo i dati per dimostrare la storicità del nome Langhe e il legame della tonda gentile con questo territorio e si occuperà di tutti i rapporti con le istituzioni per sostenere l’iter, dialogando con la Regione, il Ministero, i sindacati e con Bruxelles, dove ho già fatto tutte le verifiche necessarie. Il comitato si farà carico, inoltre, di reperire le risorse per sostenere i costi della procedura e affiancherà il consorzio dei produttori che dovrà presentare la domanda ufficiale per il riconoscimento della Dop e definire gli aspetti del disciplinare. Sarà particolarmente importante l’individuazione dei confini geografici del territorio di produzione».

La strada per ottenere una Dop non è rapida. L’ultimo prodotto piemontese ad aver ottenuto la Denominazione di origine protetta (il formaggio Ossolano) ha impiegato una ventina d’anni per raggiungere l’obiettivo. Per restare in provincia di Cuneo, la Dop del prosciutto crudo ha richiesto circa dieci anni, anche se, come ci hanno confermato dal consorzio di tutela, le norme attuali riducono un po’ i tempi.
La richiesta di riconoscimento della Dop deve partire da un consorzio e arrivare al Ministero tramite la Regione. Il percorso prevede una serie di passaggi tecnico-burocratici, tra riunioni e pubbliche audizioni, con la possibilità, da parte di altri soggetti, di presentare opposizioni. Una volta ottenuto l’ok dal Ministero, la pratica passa all’Unione europea, con altri sei mesi di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale Ue per eventuali osservazioni. Per il prosciutto crudo di Cuneo l’ok da Bruxelles è arrivato dopo due anni.

Corrado Olocco

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