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Enkir: nuova risorsa per le aree marginali

Enkir: nuova risorsa per le aree marginali

SALE SAN GIOVANNI A Sale San Giovanni, è stato firmato l’accordo di filiera biologica per l’annata agraria 2018 dell’enkir, il cereale più antico del mondo, riscoperto in alta Langa e valorizzato grazie a Coldiretti Cuneo in collaborazione con il mulino Marino di Cossano Belbo e la cooperativa 7 vie del Belbo.  Sono 20 le imprese coinvolte in 12 Comuni per un totale di circa 100 ettari. In occasione della firma è stato proposto di istituire la Deco (Denominazione di origine comunale) per salvaguardare la tipicità di questa produzione e certificare il luogo di nascita e crescita del cereale.

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Gli esponenti di aziende agricole e Coldiretti che hanno sottoscritto l’accordo di filiera.

Il tecnico dell’agenzia 4a della Coldiretti, Mauro Forneris, spiega: «L’accordo coinvolge al momento dodici Comuni dell’alta Langa ma potrebbe essere ulteriormente esteso. Il cereale include diverse famiglie con peculiarità e colori differenti: dal bianco al giallo intenso fino al nero, con cinque tonalità che offrono un effetto estetico straordinario ai campi. L’enkir è ricco di proteine e basso di allergeni: quindi molto gradito in cucina». Prosegue Forneris: «È un cereale molto resistente. Nella gelata del 20-21 aprile dello scorso anno, mentre erba medica, grano, frutta e nocciole hanno subito danni, l’enkir è rimasto tale e quale grazie alla sua rusticità, molto importante in un territorio come il nostro».

Conclude Forneris: «La produzione non è altissima, ma il contratto è vantaggioso perché il mulino Marino ci ha scommesso molto e retribuisce bene le aziende. Coldiretti, poi, le sostiene nella scelta degli appezzamenti e attraverso un monitoraggio Gps che consente di sapere dove viene coltivato, offrendo una sorta di certificazione volontaria che supporta la filiera e dà trasparenza».

La riscoperta dell’enkir, cereale coltivato per la prima volta migliaia di anni fa nella mezzaluna fertile tra il Tigri e l’Eufrate, è avvenuta quasi per caso da parte dei Marino. «Una ventina d’anni fa, alcuni componenti della nostra famiglia si sono scoperti intolleranti al glutine di grano tenero. Allora abbiamo iniziato a chiederci, da mugnai, quale altro cereale potesse essere utilizzato», racconta Fulvio Marino, appartenente alla terza generazione della famiglia di Cossano Belbo.

«Nella nostra ricerca ci siamo imbattuti nel Tritticum monococcum, nome scientifico dell’enkir. I semi di diverse varietà di questo cereale sono stati miscelati e seminati in alta Langa, in una zona marginale dove non cresce la vite e anche la nocciola fa fatica, tra erbe officinali e patate. L’area interessata ha come fulcro i Comuni di Sale San Giovanni, Camerana e Mombarcaro. Qui gli agricoltori hanno iniziato a seminare l’enkir e si sono riuniti in cooperativa», prosegue Marino.

«La pianta in sé non richiede alcun concime né diserbo, è molto sostenibile per ambiente e salute, ha pochissimo glutine e un bassissimo indice glicemico. Inoltre, l’enkir è molto proteico e gustoso», precisa Marino, che conclude: «Non è facilissimo da utilizzare in cucina e va ancora spiegato a molte persone che non lo conoscono e magari per questo non lo apprezzano. Possiamo considerarlo un cereale antico, ma perfettamente rispondente ai bisogni dell’alimentazione moderna».

Debora Schellino

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