È il viticoltore a fare la differenza

È il viticoltore a fare la differenza

VENDEMMIA Al caldo (anche un po’ fuori norma) dei primi 20-22 giorni di settembre è subentrato un clima tipicamente autunnale, che di giorno propone temperature un po’ meno elevate e di notte decisamente più basse. Intanto, volgono al termine le vendemmie dell’Arneis nel Roero e del Dolcetto in Langa, uve che stanno manifestando condizioni di maturazione molto simili.

L’Arneis. Per approfondire la situazione di questo vitigno bianco legato al Roero, abbiamo sentito Federico Persano, il tecnico responsabile della gestione dei vigneti per la Cantina del Nebbiolo di Vezza, che di Arneis quest’anno ne ha vinificati circa diecimila quintali. «La maturazione si è rivelata disomogenea tra un vigneto e l’altro e, in alcuni casi, anche nel medesimo appezzamento. Questo ha richiesto parecchi controlli e una raccolta scalare delle uve», afferma Persano.

Cosa ha fatto la differenza in relazione alla qualità?

«I fattori sono stati tanti: prima di tutto l’esposizione, poi la quantità di produzione unitaria, l’eventuale incidenza della grandine e, ancora, l’atteggiamento del viticoltore. Questa è un’annata in cui il contadino meticoloso può incidere in modo determinante».

Com’è la situazione per gradazioni e stato sanitario?

«Le gradazioni non sono esagerate: i riscontri in vasca danno risultati tra 13 e 13,5 e questo ci regalerà vini fragranti e molto freschi. Per quanto concerne lo stato sanitario, la situazione si è rivelata migliore delle attese, grazie al comportamento saggio dei viticoltori che hanno rimediato con la cernita nei casi di interferenze negative dovute per esempio alla grandine estiva», conclude Persano.

Il Dolcetto. Un’azienda che da tempo ha sedimentato un’immagine qualificata nella produzione del Dolcetto d’Alba è la cantina Vignaioli Pertinace di Treiso, una piccola cooperativa che lavora annualmente circa duemila quintali di uva, equivalenti a circa 200mila bottiglie di Dolcetto d’Alba. Afferma il direttore Cesare Barbero: «Pur non avendo ancora concluso le operazioni di raccolta e vinificazione, pensiamo di aver fatto una bella vendemmia. Le uve quest’anno presentavano una maggiore disomogeneità di maturazione rispetto agli ultimi anni, ma i nostri soci hanno dimostrato di saper ovviare anche a condizioni meno facili, prima di tutto con i diradamenti estivi e poi con una raccolta attenta e selettiva».

Facciamo il punto su tre elementi basilari: gradazione, stato sanitario e quantità. Spiega Barbero: «Le gradazioni sono un po’ più basse rispetto al recente passato e questo ci farà produrre vini fragranti e piacevoli per la bevibilità e l’eleganza. L’equilibrio chimico tra alcol e acidità sembra ottimale e questo ci regalerà vini meno impegnativi, meno “marmellatosi” e più freschi e beverini. Lo stato sanitario è impeccabile e per questo va reso merito ai nostri viticoltori, che hanno condotto una vendemmia attenta e meticolosa. Rispetto alla quantità, le risultanze sono buone, ma non esagerate, con riscontri che ci collocano entro i limiti dei 90 quintali a ettaro del disciplinare del Dolcetto d’Alba». Conclude il direttore della cantina di Treiso: «Eseguendo ormai da tempo i diradamenti estivi, le oscillazioni quantitative tra le annate si riducono in modo sostanziale. E questo per noi si traduce anche in un vantaggio per il mercato».

È opportuna un’ultima considerazione sulla precocità dell’annata: in piena estate sembrava ricalcare i ritmi del recente passato, ma, alla prova dei fatti, si sta rivelando meno consistente. Siamo quasi sui tempi di un’annata normale e questo la dice lunga sulle difficoltà di fare previsioni.

Giancarlo Montaldo

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