Crac Rotoalba: curatela fallimentare esclusa dal processo

Crac Rotoalba: curatela fallimentare esclusa dal processo

ROTOALBA Si è svolta ieri al Tribunale di Asti un’udienza del processo relativo al fallimento della storica stamperia Rotoalba, risalente a tre anni fa, che vede imputato l’editore milanese Guido Veneziani, accusato di “bancarotta fraudolenta, patrimoniale, distrattiva e preferenziale aggravata dall’entità del disastro”.

La curatela fallimentare, esclusa dal dibattimento nell’udienza precedente per per un errore formale, è stata definitivamente respinta dal nuovo collegio presieduto dal giudice Roberto Amerio. La presidente del collegio precedentemente nominato, Elisabetta Chinaglia, si era infatti dovuta astenere per incompatibilità, essendo già coinvolta nel Collegio del riesame di uno degli altri imputati nel processo.

Nell’udienza di rinvio a giudizio, svoltasi a maggio, Rsu e sindacati, così come i 133 dipendenti della stamperia albese, non si erano costituiti parte civile nel processo.

Nella prossima udienza, in programma per il 9 gennaio, saranno ascoltati i primi testimoni di cui ha richiesto l’esame il pubblico ministero titolare delle indagini Laura Deodato, il curatore fallimentare e la Guardia di Finanza.

In base alle indagini della Guardia di Finanza, il dissesto ammonta a 15 milioni di euro; 2,5 milioni la somma non versata ai dipendenti. Per la legale dell’imprenditore Roberta Minotti le accuse sarebbero infondate: ha parlato ”di errori nelle indagini e di nessuna responsabilità penale”.

L’indagine ha coinvolto, a vario titolo, altre sette persone: Gianmaria Basile, Marco Pezzoni, Francesco Pecere e Rino Garbetta sono stati rinviati a giudizio, come Veneziani. Alcuni coimputati avevano scelto i riti alternativi: Andrea Pelti e Marco Fossati il rito abbreviato, venendo all’esito assolti quando già avevano versato il risarcimento, mentre Patrizia Basile ha patteggiato due anni con pena sospesa e risarcimento dei danni.

Adriana Riccomagno

Banner Gazzetta d'Alba