200 sindaci chiedono al Governo l’attuazione della legge sui piccoli Comuni

200 sindaci chiedono l'attuazione della legge sui piccoli Comuni
Una delegazione Uncem in Parlamento in un'immagine d'archivio.

ENTI LOCALI A oltre un anno dall’approvazione della legge sui piccoli Comuni mancano ancora all’appello i decreti attuativi previsti. Per questo Legambiente, Anci, Uncem e associazione Borghi sutentici d’Italia hanno lanciato un appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte affinché venga sollecitata l’approvazione dei decreti attuativi e stanziate maggiori risorse per i borghi sotto i 5mila abitanti. L’appello, sinora sottoscritto da oltre 200 sindaci, è stato presentato ieri a Roma in occasione della conferenza organizzata nella sala stampa della Camera dei Deputati. «L’appello evidenzia inoltre l’importanza di prevedere anche più risorse da destinare ai piccoli comuni a partire da questa legge di bilancio, incardinando le risorse non spese negli anni precedenti e già stanziate, perché i 160 milioni di euro previsti fino al 2023 dalla legge sono al momento ancora bloccati, fin quando non verranno emanati i decreti attuativi, e palesemente insufficienti», spiega Marco Bussone, presidente nazionale di Uncem.

All’incontro di Roma, aperto da Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, hanno partecipato Ivan Stomeo (sindaco di Melpignano e presidente di Borghi autentici d’Italia), Marco Bussone, Massimo Castelli (sindaco di Cerignale e coordinatore nazionale della Consulta piccoli Comuni dell’Anci). Tra i parlamentari presenti, anche come testimonianza dell’interesse trasversale a tutte le forze politiche, Matteo Bianchi (sindaco di Morazzone e vicepresidente delegato Anci per le aree interne), Enrico Borghi (sindaco di Vogogna e deputato Pd), Rossella Muroni (Leu), Roberto Pella (sindaco di Valdengo e vicepresidente vicario dell’Anci), Patrizia Terzoni (M5s, vice presidente della Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera) ed Ermete Realacci (presidente Fondazione Symbola).

«È fondamentale che vengano accelerati i tempi relativi all’emanazione dei decreti attuativi previsti dalla legge e stanziate più risorse, ma soprattutto è importante che i territori inizino a vedere le ricadute concrete di una legge a loro difesa. Serve una grande opera di manutenzione dei territori che metta al centro la custodia dei piccoli borghi e del patrimonio naturale per garantire la tenuta di tutto il territorio, la sicurezza degli insediamenti e la qualità delle filiere produttive legati al patrimonio naturale e alle produzioni agroalimentari locali», hanno precisato Zanchini, Castelli, Bussone e Stomeo.

I piccoli borghi sono il 72% dei Comuni d’Italia, la loro superficie copre il 55% del territorio nazionale e vi risiede il 17% della popolazione del paese. La legge sui piccoli borghi, approvata all’unanimità nel 2017, prevede fino al 2023 un fondo di 160 milioni per lo sviluppo strutturale, economico e sociale a favore dei piccoli centri e che abbraccia diversi ambiti.

 

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