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Evade dai domiciliari per poi costituirsi la donna condannata per l’omicidio del marito a Paroldo

Era stato anche in carcere ad Alba l'egastolano fuggito

TORINO E’ fuggita dalla casa protetta di Torino ieri e dopo poche ore si e’ costituita presso il commissariato di Barriera di Milano. E’ finita alle 15 e 30 di ieri la “latitanza” di Assunta Casella, 60 anni dal gennaio 2019 ai domiciliari dopo due anni di carcerazione preventiva. La donna era in attesa dell’esito dell’istanza presentata alla Corte di Cassazione di Torino dopo che, nel processo di secondo grado la Corte d’Assise l’aveva condannata a 21 anni di carcere. Secondo l’accusa è responsabile dell’omicidio del marito, Severino Viora, soffocato nel giugno 2016 in un noccioleto vicino casa a Paroldo. La Cassazione, alcuni giorni fa ha rigettato il ricorso della donna che si è sempre dichiarata innocente, ancora da chiarire le motivazioni che hanno spinto i magistrati a bocciare la richiesta. Una vicenda complessa quella della donna che, a quanto da lei stessa rivelato, sarebbe stata acquistata dal marito, di 20 anni più vecchio, uso a maltrattarla pesantemente, dalla famiglia d’origine in Calabria, appena 14enne per 500mila lire. Da alcuni giorni il legale della donna, Chiaffredo Peirone, non riusciva a contattarla e i Carabinieri quando si sono recati a prelevarla per portarla in carcere non l’hanno trovata. La decisione della Suprema Corte, resa nota lunedì, avrebbe comportato infatti la cessazione e della carcerazione cautelare e il ritorno al penitenziario per la Casella che si sarebbe resa irreperibile salvo presentarsi spontaneamente ed essere riaccompagnata nella struttura protetta in attesa del trasferimento in carcere.

Davide Gallesio

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