ANNIVERSARIO Alba libera fu una dimostrazione di forza della Resistenza, capace di cogliere il valore propagandistico – la propaganda è un’arma potente – e simbolico di tenere una città nell’Europa occupata del 1944, pur nella consapevolezza di non avere la possibilità di resistere a uno scontro aperto contro reparti dotati di armi pesanti. Fu nel complesso una dimostrazione di unità tra le varie formazioni: Mauri non avvertì preventivamente i Garibaldini della possibilità di quanto stava maturando, ma questi, pur con delle perplessità, collaborarono all’occupazione e pagarono con dei caduti la difesa del 2 novembre.
Il caos della Repubblica sociale
Da un altro punto di vista – nulla di nuovo – Alba libera fu un esempio del caos e dell’inefficienza della Repubblica mussoliniana, nei quali si rispecchiano la barbarie dei mesi che seguirono, a iniziare dai rastrellamenti di novembre e all’eccidio delle carceri. Alba libera non fu una repubblica partigiana, come al contrario fu ripetuto più volte, e sui rapporti che ci furono tra Cln e comando partigiano forse nuova luce potrebbe arrivare dai diari di Teodoro Bubbio.
Gli anniversari – come i cent’anni di Nuto Revelli, occasione a Cuneo di un convegno internazionale – servono a questo, sepolte la retorica e le citazioni di fatti senza approfondire il contesto: a studiare e approfondire.
p.r.