Ventitré giorni di Alba visti 75 anni dopo

Ventitré giorni di Alba visti 75 anni dopo

ANNIVERSARIO Alba libera fu una dimostrazione di forza della Resistenza, capace di cogliere il valore propagandistico – la propaganda è un’arma potente – e simbolico di tenere una città nell’Europa occupata del 1944, pur nella consapevolezza di non avere la possibilità di resistere a uno scontro aperto contro reparti dotati di armi pesanti. Fu nel complesso una dimostrazione di unità tra le varie formazioni: Mauri non avvertì preventivamente i Garibaldini della possibilità di quanto stava maturando, ma questi, pur con delle perplessità, collaborarono all’occupazione e pagarono con dei caduti la difesa del 2 novembre.

Il caos della Repubblica sociale

Da un altro punto di vista – nulla di nuovo – Alba libera fu un esempio del caos e dell’inefficienza della Repubblica mussoliniana, nei quali si rispecchiano la barbarie dei mesi che seguirono, a iniziare dai rastrellamenti di novembre e all’eccidio delle carceri. Alba libera non fu una repubblica partigiana, come al contrario fu ripetuto più volte, e sui rapporti che ci furono tra Cln e comando partigiano forse nuova luce potrebbe arrivare dai diari di Teodoro Bubbio.
Gli anniversari – come i cent’anni di Nuto Revelli, occasione a Cuneo di un convegno internazionale – servono a questo, sepolte la retorica e le citazioni di fatti senza approfondire il contesto: a studiare e approfondire.

p.r.

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