Carmelo Bene, il corpo ostentato di un maestro

TEATRO «Il corpo implora il ritorno all’inorganico. Nel frattempo non si nega nulla», diceva Carmelo Bene. Uomo che seppe coniugare in sé il ruolo di attore, regista, poeta e scrittore. Spirito rivoluzionario e sprezzatore degli schemi comuni, non solo ribaltò la modalità di produzione artistica, ma fece della propria vita un’opera d’arte. Qual è il legame del maestro con Alba, 17 anni dopo la sua morte? Dopo Pierpaolo Pasolini e Cesare Pavese, In Poetica conclude il ciclo di eventi sul corpo con una data dedicata proprio a Bene.

Carmelo Bene, il corpo ostentato  di  un  maestro

L’appuntamento è venerdì 6 dicembre alle 21, nel teatro Giorgio Busca di Alba. Spiega Alessandra Morra, direttore artistico di In Poetica: «Una lunga ispirante collaborazione di intenti e passione con Wall of sound gallery e con “Il busto mistero” di Alba ha contribuito a realizzare un evento senza precedenti. Questa volta il tema è il corpo ostentato, dopo la ricerca e lo studio di quello trafitto di Pier Paolo Pasolini e quello negato di Cesare Pavese. Carmelo Bene fu un pensatore e provocatore capace di proporre una profonda riflessione sull’esistente. L’evento è promosso dall’assessorato alla cultura, ringrazio Carlotta Boffa e la presidente dell’ente Fiera Liliana Allena».

L’ingresso allo spettacolo è gratuito. Tra gli altri interverranno sul palcoscenico il drammaturgo Luca Scarlini e l’attrice Erika Urban, con la regia e l’adattamento teatrale di Federica Santambrogio.
Secondo il fotografo e scrittore Guido Harari: «Occorre abbandonarsi ad Alessandra Morra e lasciarsi trasportare dalle ultime evoluzioni di In Poetica. Le sue commistioni di teatro, musica, letteratura, cinema – frutto di connessioni e di appassionati approfondimenti sempre più arbitrari e personali – rifiutano filologia e retorica per regalare una rinnovata libertà di pensiero. Le serate dedicate al corpo evidenziano un nuovo genere di regia fuori dagli schemi, priva di apparato teatrale, pura leggerezza. Il palcoscenico come luogo di incontro è ora inteso come una tela pittorica o, meglio, come una camera delle meraviglie dove cogliere, accostare, sovrapporre, mescolare elementi del processo creativo e creare così nuovi spazi di intelligenza e di percezione. Un balsamo nella desolazione del tempo che ci accompagna».

Matteo Viberti

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