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Ora non lasciamo il modello solo agli stranieri

ABOUTPHARMA DIGITAL AWARDS 2019 MILANO: MASSIMO PREMIO PER EVISUS DI TESISQUARE

Ora non lasciamo il modello solo agli stranieri

eViSuS® Erano 370 i progetti candidati, 261 quelli ammessi, dieci i finalisti e quattro i premi speciali. La soluzione Tesisquare eViSuS – telemedicina per la formazione, l’assistenza e la cura a distanza di pazienti affetti da patologie croniche – ha appena ottenuto uno dei massimi riconoscimenti nei prestigiosi AboutPharma Digital Awards 2019 di Milano. Al progetto eViSuS, che è stato sposato da un’importante azienda farmaceutica internazionale, è andato il premio speciale per la migliore tecnologia.

«Pensi che stavamo per andarcene dalla cerimonia –rimaneva solo il premio principale –, quando ci hanno chiamato per andare sul palco a ricevere il riconoscimento. Mi hanno emozionato le motivazioni: AboutPharma ha capito la portata del nostro progetto nel costruire il rapporto ospedale-territorio, un nuovo modello d’assistenza che porta l’infermiere o il medico a casa del paziente con professionalità e un grande risparmio di tempo e denaro», spiega Giusto Viglino.

La sperimentazione del progetto eViSuS – acronimo per Electronic video supporting sistem – è partita nel 2007 proprio dall’ospedale di Alba grazie alla tenacia del direttore di nefrologia e dialisi. E già allora Gazzetta d’Alba gli era stata accanto per supportare e far conoscere la sua straordinaria intuizione.
L’idea si è concretizzata nel tempo, con un’azienda che ha fatto grandi passi, Tesisquare di Roreto di Cherasco. Quasi 13 anni di sperimentazione, di cui dieci sul campo con un gruppo di pazienti dializzati, con pochi fondi a disposizione, ma tanta voglia di farcela. I primi totem eViSuS sono arrivati grazie a un bando della fondazione Cassa di risparmio di Cuneo: è un prototipo ingombrante, che presto viene ridotto alle dimensioni di un trolley da viaggio, trasportabile, collegato a Internet, al bluetooth e con un’interfaccia per l’utente estremamente semplice, in modo da poter essere utilizzato da chiunque, come ha sempre voluto il dottor Viglino, l’albese che ha pensato di poter curare i dializzati a casa.

Massimo Crivello, business line executive di Tesisquare, spiega: «La soluzione è stata ideata e realizzata grazie al contributo di aziende locali, coordinate dalla capofila Tesisquare, che hanno dimostrato come il nostro territorio è ricco di idee, di competenze e di talenti capaci di raggiungere obiettivi molto sfidanti. Arrivati a questo punto sarebbe un peccato non sfruttare le potenzialità di questi strumenti innovativi, per migliorare il modello di assistenza e cura, prima di tutto a casa nostra: sarebbe infatti un vero peccato esportare il sistema solamente oltre i confini italiani, senza avere la possibilità di utilizzarlo nel nostro Paese, per trarne tutti i benefici. Trasformare il ben noto paradigma Internet of things in Internet of people significa mettere la tecnologia al servizio del paziente e del sistema sanitario, superando così le barriere e i limiti spazio-tempo, per garantire una migliore qualità di vita dell’assistito e una maggiore aderenza alla terapia seguita».

CHE COSA VUOL DIRE?

Ora non lasciamo il modello solo agli stranieri 1Il sistema eViSuS® è composto da un totem, dotato di telecamera e di impianto audio, trasportabile nella casa del paziente, che permette di far dialogare malato e sanitari con una connessione a Internet. La telemedicina, un modello di assistenza a distanza, consente una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, rendendo più efficace e meno costoso l’accesso alle cure. Il sistema nasce da un’idea del direttore di nefrologia dell’ospedale San Lazzaro di Alba Giusto Viglino, sviluppata da Tesisquare di Cherasco: è al momento attivo in dieci ospedali italiani.

17 TOTEM ATTIVI NELL’ASL ALBA-BRA

Al momento i totem eViSuS di Tesisquare in dotazione all’Asl Cn2 di Alba-Bra sono 12 per nefrologia e dialisi, 3 per le lesioni cutanee (2 nelle residenze per anziani di Santo Stefano Belbo e Canale e uno per le cure domiciliari) e 2 per la nutrizione clinica. A dire dei responsabili dei diversi reparti che li utilizzano, ne servirebbe almeno il doppio e da parte del dottor Giovanni Torre per chirurgia e vulnologia ne sono stati richiesti altri 12.

Marcello Pasquero

SPECIALE TELEMEDICINA

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