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135 persone in terapia intensiva in Piemonte, la Regione dispone di 320 letti e ne attiverà presto altri 160

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Immagine d'archivio

POSTI DI TERAPIA INTENSIVA

In regime ordinario, il Sistema sanitario piemontese dispone di 320 letti di terapia intensiva. Per l’emergenza, una parte di questi sono già stati destinati ai pazienti covid positivi. Inoltre, sono stati appositamente creati ulteriori 100 posti riservati alle persone affette dal virus e ne sono prontamente attivabili altri 60, oltre a quelli ancora valutabili.

 

ACCESSO ALLA TERAPIA INTENSIVA

In merito alle polemiche, alle insinuazioni e ai “virgolettati” che qui si smentiscono integralmente, alimentate da alcune testate giornalistiche sui criteri di accesso dei pazienti ai trattamenti di terapia intensiva, l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte fa presente, a scanso di equivoci più o meno interessati, che non spetta al presidente della Regione Piemonte, né tantomeno all’assessore regionale alla Sanità o al responsabile dell’Unità di crisi decidere in merito ai casi specifici.

Qualora si giungesse alla impossibilità di garantire a tutti i pazienti con indicazione alla rianimazione, il migliore trattamento, sarà necessario applicare criteri di accesso alle cure intensive, nei quali si dovrà tenere in conto della appropriata allocazione delle limitate risorse a disposizione.

Per quanto riguarda gli indirizzi da seguire in tale situazione limite, ancora non attuale, il Comitato Tecnico-Scientifico dell’Unità di crisi della Regione Piemonte condivide integralmente quanto riportato nel documento SIAARTI (Società italiana degli anestesisti) “Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione, in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili”.

L’esperienza osservata dimostra che la ventilazione invasiva non è necessariamente il primo target terapeutico in quanto un trattamento di supporto respiratorio non invasivo precoce (CPAP con casco in pazienti con saturazione < 95%) si dimostra efficace.

L’appropriatezza clinica e la proporzionalità etica del trattamento proposto (rapporto tra benefici della cura, qualità della vita e oneri sopportati dal paziente) dovrebbero essere proprie della normale pratica clinica, tuttavia assumono particolare rilievo in un periodo come questo, nel quale gli utenti sono bombardati da informazioni provenienti dai media, spesso contrastanti e non sempre scientificamente esatte.

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