Il Consiglio comunale ha sollecitato la riapertura del carcere

Tutto tace sul destino del carcere albese
Il carcere Montalto di Alba

ORDINE DEL GIORNO «Una vicenda che per certi versi supera in vergogna l’Asti-Cuneo», queste le considerazioni amare di Fabio Tripaldi, ma anche le dure parole della proponente Nadia Gomba e i ringraziamenti del consigliere Gionni Marengo, a nome di tutta l’assemblea, al garante dei detenuti Alessandro Prandi: il Consiglio comunale si unisce per chiedere la riapertura del carcere Montalto, chiuso nel 2016 e mai riaperto completamente, nonostante le promesse dei vari ministri della giustizia alternatisi negli ultimi anni. Nadia Gomba, consigliere di Alba liberale, ha illustrato l’ordine del giorno: «La casa di reclusione di Alba è stata chiusa nel gennaio 2016 a causa di un’epidemia di legionella, che ha comportato il trasferimento di 122 detenuti in altre strutture; già dopo poche settimane furono stanziati da parte del Governo 2 milioni di euro, a valere sul Piano di edilizia penitenziaria 2016- 2018, per i lavori di adeguamento. L’allora ministro della giustizia Orlando affermava che il completo recupero era previsto per fine 2017». È solo la prima delle promesse non mantenute, perché nel giugno del 2017, dopo alcuni lavori di bonifica e di messa in sicurezza, veniva riaperta una sezione adatta a ospitare 33 persone, sezione che rimane l’unica in funzione, con un numero di persone che mediamente tocca le 45 unità e con un sovraffollamento del 143 per cento.

Il ministro Orlando a metà 2017 annuncia un cronoprogramma che prevede l’ingresso di tutti i detenuti entro la metà del 2019. Il neoministro Alfonso Bonafede, in visita ad Alba il 17 novembre 2018, si impegna a prendere in mano la situazione. Il resto è storia recente: il 12 marzo 2019 il sottosegretario Vittorio Ferraresi informa che «il progetto è stato approvato il 20 febbraio 2019 dal Provveditorato interregionale delle opere pubbliche», tre mesi più tardi Bonafede precisa che «i lavori che dovrebbero interessare l’istituto albese sono stati inclusi nel programma di edilizia penitenziaria per l’anno 2019». Il garante dei detenuti Alessandro Prandi continua a scrivere al ministro e al sottosegretario, richiedendo interventi per il carcere che vengono rimandati.

Nadia Gomba ha concluso: «Il Piano di edilizia penitenziaria 2018-2020, aggiornato il 10 aprile 2019, riconferma lo stanziamento per il “rifacimento impianti idrici sanitari e termici” per l’istituto albese. La struttura è ormai chiusa da oltre quattro anni e, in assenza di cura e attenzioni, deperisce sempre più con il rischio che le risorse finanziarie stanziate possano rivelarsi insufficienti a quanto previsto in sede progettuale. Abbiamo saputo che nella casa di reclusione Montalto verrà istituita una casa di lavoro per internati, prevedendo l’inserimento di 20 persone».

Per questi motivi con l’ordine del giorno il Consiglio comunale all’unanimità manifesta il suo disappunto e il suo sconcerto per la situazione creatasi nel carcere e chiede alle forze politiche, ai parlamentari, ai consiglieri regionali del territorio di fare pressione sul Governo per sbloccare la situazione.

Marcello Pasquero

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