Ospedale Michele e Pietro Ferrero: sulla collina di Verduno, tutti i servizi sono partiti secondo i piani

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VERDUNO Sono passati nove giorni dall’avvio del nuovo reparto di medicina interna all’ospedale Michele e Pietro Ferrero, entrato in funzione come presidio sanitario dell’Asl Cn2, con il trasferimento delle attività ospedaliere dal Santo Spirito di Bra.

Dal giorno successivo, sono stati attivati anche i day hospital di ematologia e oncologia, oltre all’endoscopia digestiva, con le colonscopie e le gastroscopie per i pazienti ricoverati, ma anche per lo screening del programma Prevenzione serena. Per la diagnostica, attivi anche la Tac e la radiologia tradizionale.

La transizione verso l’ospedale unico verrà completata a luglio, con il trasferimento del pronto soccorso e di tutte le attività ospedaliere dal San Lazzaro di Alba, come spiega il direttore generale dell’Asl Cn2 Massimo Veglio: «La struttura è partita nel migliore dei modi. Al momento, abbiamo 19 pazienti ricoverati nel reparto di medicina interna all’ottavo piano. In questa fase, possiamo arrivare a ospitare un massimo di quaranta pazienti, anche se la capienza massima del reparto è di 64 posti, che raggiungeremo quando sarà terminata l’emergenza Covid-19, quando avremo a disposizione il personale al completo».

Al quinto piano, con personale dedicato, continua a svolgere il suo ruolo il reparto Covid-19 attivo dal 31 marzo, che oggi ospita 50 pazienti a bassa intensità, provenienti dal territorio della Cn2 ma anche da altre aree del Piemonte.

Nel frattempo, dopo tre mesi di emergenza affrontati in prima linea, con una conversione quasi totale delle attività e fino a un massimo di cento pazienti positivi ricoverati, il San Lazzaro di Alba è entrato in una nuova fase, con un progressivo ritorno alla normalità.

Prosegue Veglio: «Oggi i pazienti ricoverati per Covid-19 sono dimezzati: ne abbiamo cinquanta. Scesi in modo netto anche i ricoveri in terapia intensiva: al momento, sono tre, contro i dodici posti occupati nei momenti più critici. Di certo, è diminuito in modo marcato il peso sulla struttura e sul personale, che torna a respirare dopo mesi estenuanti».

Il calo dei ricoveri ha permesso di riprogrammare le attività non urgenti: «Oltre ai tagli cesarei, agli interventi in emergenza e a quelli oncologici, che abbiamo sempre assicurato, stiamo lavorando per riprogrammare gli interventi non urgenti in calendario. Per quanto riguarda le visite, abbiamo iniziato a richiamare chi aveva già prestazioni prenotate, annullate a causa dell’emergenza. Il recupero non è immediato, perché dobbiamo continuare a garantire le distanze nelle sale d’attesa, facendo accedere poche persone e evitando assembramenti».

Si vede la luce alla fine del tunnel, ma con riserva: «Questa settimana sarà decisiva, per vedere un’eventuale aumento dei contagi a seguito delle riaperture del 4 maggio. Per questo, nonostante il calo dei ricoveri, ad oggi al San Lazzaro abbiamo chiuso e sanificato solo uno dei quattro reparti Covid-19: se tutto andrà per il meglio, siamo pronti a chiuderne altri».

Francesca Pinaffo

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