Per i dipendenti Mondo toys è un’estate piena di incognite

Per i dipendenti Mondo toys  è un’estate piena di incognite

GRINZANE CAVOUR Quando la tradizione che ha sempre caratterizzato un’azienda sembra essere messa in discussione, il futuro si fa meno comprensibile. Questa è la situazione che i 70 dipendenti (operai e impiegati) e i circa altrettanti stagionali, stanno vivendo alla Mondo, nel ramo Mondo toys, dove la produzione dei palloni e la vendita dei giocattoli outdoor sembra essere a rischio. Luglio e agosto sono diventati due mesi di snervante attesa: a settembre si saprà la risposta della proprietà sulla reale possibilità di tornare a produrre i palloni (che rimane un giocattolo storico per l’azienda gallese) e di ricommercializzare giochi per l’outdoor, dopo un mese di cassa integrazione e uno di ferie.

Come si è arrivati a questa preoccupante situazione? Cerchiamo di capirlo dalle parole di Maria Grazia Lusetti, sindacalista Cgil-Filctem Cuneo, che, con Angelo Vero (Cisl) e Vito Montanaro (Uil), sta seguendo la vicenda. «Le difficoltà sono nate per diversi motivi: l’emergenza Covid-19 che ha fermato i primi sei mesi dell’anno, in cui viene eseguita la maggior parte della produzione del giocattolo, la situazione di un mercato che da alcuni anni è in calo, ma nel quale la Mondo toys si è sempre mossa con profitto, le ultime scelte dell’amministrazione, che sembrano preferire una soluzione di cassa integrazione piuttosto che di produzione, a fronte di ordini che sono arrivati». E proprio quest’ultimo punto ha indispettito e insospettito i lavoratori. Continua Maria Grazia Lusetti: «Dopo i mesi di chiusura per il Covid-19, si è ripartiti con un importante ordine di circa 700mila palloni che faceva pensare a una continuazione della stagione nel mese di luglio e da settembre in poi, per recuperare i mesi precedenti, che hanno portato a una perdita di fatturato del 47 per cento. Basarsi soltanto sul prodotto commercializzato per recuperare non è sufficiente a nostro avviso. Invece, l’azienda ha fermato la produzione e a partire dal 3 luglio si è praticamente tutti in cassa integrazione. Ci preoccupa l’immobilismo dell’amministrazione a fronte di ordini arrivati e la poca chiarezza sul futuro del settore giocattolo che, ad esempio, nel 2019 ha prodotto di più rispetto al traguardo prefissato. L’azienda è sana, ma sembra che questo non interessi».

E si aggiunge un’altra ipotesi che viene ritenuta molto probabile: «I lavoratori hanno timore che la produzione venga spostata nell’azienda consociata spagnola. Lo affermano perché ci sono stati movimenti in questo senso».In conclusione, la sindacalista Maria Grazia Lusetti lancia un monito: «Dal 2013 al 2019 la Mondo toys è stata in “concordato in bianco” con continuità lavorativa, primo caso in Piemonte al tempo, e i debiti con banche e fornitori, dopo una rinegoziazione, sono stati pagati. Questo ramo aziendale è sano ma, con il cambio nel 2016 di alcuni vertici amministrativi, si è assistito alla chiusura di due stabilimenti: prima in Lussemburgo, alla fine del 2018, e in seguito a Marcianise, in Campania, nel gennaio di quest’anno». Conclude Lusetti: «Non è che anche la sede storica di Grinzane Cavour subirà una simile sorte, oppure un ridimensionamento a favore della mera commercializzazione, mollando in questo modo la produzione storica di palloni?».

Livio Oggero

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