In alta Langa ora le pecore si possono anche adottare

In alta Langa le pecore si possono adottare
La giovane allevatrice di Murazzano Valentina Allaria.

MURAZZANO La crisi economica che sta colpendo tutti gli strati sociali, non ha risparmiato il mondo dei formaggi. E le difficoltà aumentano quando il prodotto deve necessariamente essere venduto nel giro di poco tempo, pena la deperibilità. Il Murazzano Dop, prodotto con latte di pecora delle Langhe, rientra in questa tipologia, così come la maggior parte delle tome. Per far fronte alle difficoltà, l’azienda agricola Il forletto di Murazzano ha lanciato l’iniziativa Adotta una pecora delle Langhe. Spiega la titolare Valentina Allaria: «L’idea è sorta con l’intenzione di proporre qualcosa che coniugasse il bisogno economico con la possibilità di conoscere e apprezzare tutto quello che c’è dietro al mondo degli ovini. Con 180 euro all’anno si potrà scegliere la pecora o l’agnello da adottare». Chi aderirà riceverà, con cadenza regolare, aggiornamenti sulla vita del capo adottato. «Informeremo su cosa accade quotidianamente nel gregge, poiché non tutti conoscono il lavoro che c’è dietro ogni singola forma venduta al mercato», aggiunge Valentina. Gli interessati riceveranno anche una fornitura di prodotti caseari dell’azienda. Adotta una pecora sta riscuotendo successo anche oltralpe, dato che vi hanno aderito anche francesi e belgi. «Alcuni conoscevano già Murazzano per vincoli abitativi o familiari, altri invece hanno scoperto casualmente questa realtà e se ne sono appassionati», conclude Allaria.

In alta Langa ora le pecore si possono anche adottare
Elisa Core e Sara Armellino nel loro caseificio di Saliceto.

Una proposta simile era stata lanciata due anni fa dall’azienda Le langhette, di Saliceto. Le due titolari, Sara Armellino ed Elisa Core, avevano concesso la possibilità di adottare una pecora e avevano anche avviato una raccolta di fondi per recuperare una grotta da adibire alla stagionatura. Spiega Sara Armellino: «I lavori di recupero si sono conclusi e da quest’anno possiamo utilizzare la grotta per stagionare il nostro formaggio. Grazie all’acqua che scorre sul fondo, l’ambiente si mantiene sempre fresco. L’iniziativa, che avevamo chiamato Stagioniamo in gruta, è stata un successo, dato che abbiamo raccolto circa 10mila euro. In cambio, chi ci ha aiutato, ha ricevuto una selezione dei nostri prodotti. Volevamo organizzare anche una visita guidata ma, a causa della pandemia, non abbiamo potuto effettuarla. Recupereremo, comunque, appena sarà possibile».

Davide Barile

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