Se la popolazione invecchia pensiamo a come curarla meglio anche con la medicina di base

Meningite: quali rischi si corrono in Piemonte?

LETTERA AL GIORNALE Caro direttore, un anno è trascorso dalla comparsa della pandemia e la scienza ci ha fatto un magnifico regalo: è arrivato il vaccino anti Covid-19 che dovrebbe portarci un po’ di luce e di speranza per il nostro futuro.

Mi auguro di non dover attendere molto il mio turno per essere vaccinato e per poter ritornare a una vita “normale”, con strette di mano e abbracci, ovvero quella affettuosità tra esseri umani che ci manca da troppo tempo.

Questo però non ci deve indurre a mettere tutto alle spalle ma ci deve spronare a fare meglio e di più per la nostra società. Una società che invecchia sempre di più. L’età media degli italiani, sempre secondo le ultime informazioni che arrivano dall’Istat si è innalzata nel 2019 di due anni rispetto al 2011 (da 43 a 45 anni) ed è cresciuto l’indice di vecchiaia, ovvero il rapporto tra gli over 65 anni e gli under 15 fino al 180%.

Alcune settimane fa passando davanti al nostro ospedale albese ho visto una lunga coda di persone anziane, all’addiaccio, in attesa di entrare nel nosocomio cittadino. Quando andiamo dal nostro medico di famiglia troviamo troppe persone accalcarsi all’interno di angusti alloggi, in palazzi con barriere architettoniche, trasformati in studi medici.

Perché non ripensare la dislocazione degli studi di medicina di base, che oggigiorno sono anche associati con più dottori nello stesso sito? In collaborazione con tutte le istituzioni del territorio si potrebbe immaginare l’utilizzo di locali commerciali, a livello strada e perciò con migliore accessibilità, che solitamente sono più ampi e luminosi di certi alloggi trasformati in locali di visita e cura.

Sarebbe un miglioramento enorme, a mio avviso, per tutta la popolazione albese e, nello specifico di quella anziana. Non dimentichiamoci mai che oltre il 25%, più di un albese su 4 è ultrasessantacinquenne.

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento alle Camere per la presentazione del programma di Governo ha messo tra i punti essenziali la salute dei cittadini e una visione della medicina territoriale più vicina alle persone. Ecco un buon punto di partenza. Vanno (forse) bene i grandi progetti come il restauro dell’ospedale cittadino; vanno sicuramente meglio i progetti che si possono attuare nell’immediato con minor spesa e maggior risultato per la nostra popolazione.

Pierangelo Bonardi

Gentile signor Bonardi, grazie per il suo intervento su temi che Gazzetta tratta con molta frequenza: dai dati sull’invecchiamento della popolazione alle questioni sanitarie connesse, compreso il destino del vecchio ospedale albese San Lazzaro. La sua proposta di pensare a studi medici più facilmente raggiungibili e meno angusti, oltre che meglio attrezzati se costruiti per più medici, è una buona idea. E vogliamo sperare che una programmazione lungimirante, meno legata all’emergenza cui siamo stati costretti in questi ultimi dodici mesi, possa portare a risultati efficaci in termini di prevenzione e di cure.

g.t.

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