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Paroldo cerca un un gestore per il negozio e l’ufficio turistico

Paroldo cerca un un gestore per il negozio e l’ufficio turistico
L'edificio di Paroldo che potrebbe ospitare il negozio di generi alimentari e beni di prima necessità.

PAROLDO Nei piccoli Comuni dell’alta Langa, gli esercizi commerciali costituiscono un servizio di pubblica utilità, in grado di arginare fenomeni come lo spopolamento. A San Benedetto Belbo, per l’inizio di maggio, è prevista l’apertura della bottega alimentare con annesso il bar. «A causa delle restrizioni in vigore, l’inaugurazione è slittata di alcune settimane», spiega il sindaco Emilio Porro. «La giovane titolare, Simona Quaglia, è pronta a partire e siamo sicuri che tutti i cittadini sanbenedettesi ne trarranno un grande vantaggio», conclude Porro.

Anche il Comune di Paroldo ha individuato un nuovo locale da adibire a scopo commerciale. Spiega il sindaco Pier Carlo Adami: «Da tre anni, il nostro paese era senza un’attività di questo tipo. Nel frattempo abbiamo individuato una nuova struttura, meglio localizzata rispetto alla precedente, di circa 125 metri quadrati». Il primo cittadino ha spiegato che il gestore supporterà anche la popolazione per varie esigenze e si occuperà anche dell’ufficio turistico. Gli interessati alla gestione dovranno far pervenire, entro le ore 12 del 30 aprile, la domanda di partecipazione al bando, tramite posta o consegnandola a mano direttamente in Municipio. Risulterà vincitore chi avrà presentato la proposta più vantaggiosa. La base d’asta è stata fissata a 50 euro mensili.

Per avere ulteriori informazioni e poter visionare la struttura, è necessario prendere accordi telefonando in Municipio al numero 0174-78.90.40 oppure scrivendo alla e-mail paroldo@ruparpiemonte.it.

Davide Barile

Un servizio pubblico importante per le realtà più piccole

Il presidente regionale dell’Uncem Roberto Colombero accoglie con soddisfazione le iniziative avviate nelle Langhe per riaprire le piccole botteghe: «È fondamentale avere un’attività aperta con continuità in ogni paese, ma purtroppo in Piemonte sono sempre di più i Comuni senza negozi e senza bar. Nei piccoli centri la bottega per molti mesi all’anno è soprattutto un servizio pubblico. I nostri paesi hanno bisogno dei negozi. Se non ci sono, la comunità muore». Prosegue Colombero: «Ci siamo mossi spesso su questo tema, ma dobbiamo fare di più. Il progetto a cui stiamo lavorando è quello dei “luoghi di comunità”, strutture che non siano soltanto il classico negozio di commestibili, come si leggeva una volta sulle insegne, ma che possano dare anche altri servizi, come la degustazione di prodotti tipici, in locali accoglienti e che possano anche raccontare la storia di un territorio».

c.o.

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