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Cheese si farà in sicurezza dal 17 al 20 settembre

Cheese Bra 2017
Foto di repertorio: Cheese Bra 2017

BRA La macchina organizzativa di Cheese 2021 è pienamente avviata. Le date dell’evento confermate: da venerdì 17 a lunedì 20 settembre. «Siamo già all’opera per adattare i format storici di Cheese e rendere ogni occasione di conoscenza, degustazione, educazione un momento da vivere in presenza e in piena sicurezza». Così Daniele Buttignol, direttore generale di Slow food Italia, parlando della nuova edizione della kermesse internazionale dei formaggi a latte crudo, che si svolge ogni due anni nella città della Zizzola. E continua: «Non mancheranno i grandi classici: il mercato dei formaggi e la via degli affinatori, le conferenze di approfondimento e i momenti ludici per famiglie e bambini, per ricreare quel clima magico che per quattro giorni l’appuntamento braidese ci regala».

Aggiungono i suoi collaboratori: «Essendo uno dei primi grandi eventi internazionali post Covid-19, Cheese non poteva essere trasformato in manifestazione digitale, come è successo per Slow fish o per Terra madre: questo evento deve mantenere una continuità con le precedenti edizioni, senza perdere la sua anima originale». Due sono i filoni sui quali si sta alacremente lavorando nel quartier generale di Slow food: i temi per questa edizione, in continuità con le passate, ovvero la promozione dei formaggi a latte crudo e “naturale è bello” per arrivare al benessere animale. Il secondo ambito di lavoro è quello della sicurezza dell’evento e la sua logistica.

Aggiunge Buttignol: «Abbiamo già incontrato sia il prefetto sia il questore di Cuneo, per discutere con loro di sicurezza. A oggi ragioniamo con le regole vigenti: parcheggi in periferia, ampiamente presidiati, con il controllo della temperatura e la verifica della mascherina correttamente indossata. Poi i varchi di accesso al cuore della kermesse, presidiati anch’essi, con un nuovo triage e una conta dei visitatori. Ma non solo. Stiamo valutando le migliori aree cittadine, escludendo, per questa edizione, vie strette, qual è via Marconi, oppure grandi allestimenti, come il megatendone di piazza Carlo Alberto: al suo posto, anche se sarà un’operazione antieconomica, piazzeremo una serie di piccole tensostrutture, per distanziare espositori e pubblico. Puntiamo a mantenere la gran sala sotto l’Ala di via Garibaldi, ma dovremo ripensare gli spazi per cucine di strada, birrifici e attività ludiche».

Conclude il sindaco Gianni Fogliato: «Cheese è patrimonio di Bra: ci auguriamo possa essere un simbolo di rinascita, rafforzando i valori propri del nostro territorio, anche attraverso gli ideali che casari e pastori portano qui da tutto il mondo, contribuendo a dare il necessario ossigeno alle attività locali e al comparto turistico».

Valter Manzone

Per la prima volta il mercato degli affinatori

«Bisogna dare il riconoscimento dovuto a questa professione semisconosciuta: gli affinatori, cioè coloro che scelgono, comperano dai piccoli produttori, conservano e fanno maturare il formaggio in modo da esaltarne al meglio le caratteristiche: devono diventare il trait d’union tra casari e consumatori». Lo aveva detto, nell’edizione 2003 di Cheese, il presidente della fondazione Slow food per la biodiversità, Piero Sardo. Da allora a oggi, gli affinatori ne hanno fatta di strada. Sempre grazie a questo evento mondiale dedicato ai formaggi a latte crudo, che ogni due anni richiama a Bra centinaia di migliaia di visitatori. Dalla creazione di un albo professionale ai tanti momenti di formazione e confronto che Cheese ha offerto loro.

Spiega Daniele Buttignol, direttore generale di Slow food Italia: «Anche per l’edizione che stiamo preparando, il mondo degli affinatori si sta muovendo. Con adesioni che stanno superando le nostre previsioni. Abbiamo richieste di partecipazione di affinatori da tutta l’Ue e dall’Inghilterra, che speriamo possano agevolmente raggiungerci, anche grazie alla distribuzione dei green pass. La presenza dei colleghi provenienti da altri Paesi del mondo, almeno per l’edizione 2021, sarà certamente più difficoltosa». E poi conclude: «Per loro abbiamo già in mente di realizzare il “mercato degli affinatori” e di fare dei momenti di confronto, per trovare dei denominatori comuni in una professione che porta l’operatore ad affrontare questo mestiere con il bagaglio culturale indispensabile per capire ed esaltare l’impronta data dai luoghi di produzione dei formaggi e le loro specifiche peculiarità. E non mancheranno di certo incontri in questa manifestazione che da sempre è all’avanguardia nel dibattito intorno al settore lattiero-caseario di qualità».

v.m.

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